IL PREGIUDIZIO
Effetti
inibitori sulla mente umana
Rifacendo una buona interpretazione del vocabolo,
che spiega il pregiudizio in questi termini: “ ... idea od
opinione errata, anteriore alla diretta conoscenza di determinati
fatti o persone, fondata su convincimenti tradizionali e comuni
ai più, atti ad impedire un giudizio retto e spassionato...”.
Vuol dire che contagiati e coinvolti in convincimenti errati o per
disinformazioni, penetrano nella mente pregiudizi che originano
atteggiamenti d’intolleranza, che non solo creano errori esclusivamente
d’opinioni, ma a volte, delle vere e proprie manifestazioni
di volontà nella discriminazione a danni del prossimo.
Possiamo dire che è la perpetuità agli accadimenti
negativi che giornalmente ci vengono irrogati dalla società,
senza neanche esaminare se fossero buoni o cattivi oppure da considerarli
come una possibile pericolosità umana e sociale, che innesca,
a volte inconscio e a volte cosciente, un rifiuto nell’affrontarli
con spirito libero e razionale. Ci si immette nella fase che a me
piace chiamare: l’involucro giustificativo della presunzione
umana. Cos’è che vuol dire? E’ la paura che affligge
chi non vuole pensare, perché sa che nel momento che lo affronta,
si apre la botola dell’abisso interiore e ne escono fuori:
I demoni, i fantasmi, le frustrazioni, i fanatismi, la povertà,
l’ignoranza, l’irrazionalità ecc… Sono
le visioni che trovano dentro, sia nei singoli e sia in interi popoli.
Di generazioni che trasformano le idee e i comportamenti, che danno
origine a divisioni sociali, religiosi e anche politiche. A volte
trasportati per secoli e altre volte si esauriscono con nuove scoperte
del tempo oppure si trasformano in nuove visioni e quasi sempre
con una ideologia negativa.
Il fenomeno sembra non possa interessare la Massoneria: il Massone.
Ma, anche se nei nostri templi possiamo discutere sui vari problemi
morali, esistenziali, psicologici, esoterici, ciò non vuol
dire che siamo veramente liberi da pregiudizi, perché molti
dì questi, acquisiti nel mondo profano, e probabilmente inculcati
in maniera errata, li troviamo nella stessa ideologia massonica.
Il Massone, sempre ispirato all’attento esame del suo Io interiore,
senza che se ne rende neanche conto, in quel suo misterioso microcosmo
sono annidati pregiudizi, o meglio, si covano concetti deviatori
e negativi. Le informazioni che riceve dall’esterno non sempre
filtrati, o eliminati da una reale conoscenza, anzi, a volte, è
propri questa la causa di un debole e immaturo comportamento d’avversioni,
fra gruppi che assoggettano a vivere una vita condizionata da una
faziosa e dogmatica cultura, spesso rendendo vuoto l’interesse
spirituale e sociale, in un possibile rapporto di serena convivenza
sia fra gruppi etnici e religiosi e fra diversi ceti sociali.
Probabilmente anche lo stato economico può creare frustrazioni,
anzi è propria la povertà e l’irraggiungibile
ricchezza che crea, in modo non certo razionale, rapporti d’insicurezza
e di odio nei confronti d’interi popoli o di classi sociali
e politiche. Tutto ciò causa nell’individuo uno stato
di preconscio, che in psicoanalisi è descritto come l’insieme
dei contenuti presenti nell’attività mentale e che
sfuggono all’attività cosciente.
I contenuti preconsci, che a differenza dell’inconscio, sono
richiamabili alla coscienza e interagiscono liberamente e a
volte recependo l’informazione, il messaggio sociale o amichevole,
in modo negativo, si trasformano in vere e proprie
fisime, costruendo identità non proprie attenenti alla reale
esistenza.
Da un attento esame possiamo intravedere, nel preconscio, quella
paura che considero “conseguenze non anticipate” di
farsi cogliere di sorpresa e creare fortune o sfortune, al passaggio
reale in un mondo che a volte è considerato ostile o nemico.
Può darsi che queste incomprensioni, l’assenza di solidarietà
sia sociale sia individuale, le discriminazioni economiche, siano
artefici a far nascere il perfido e ingannevole pregiudizio.
A mio parere il pregiudizio, oltre a provenire da insufficiente
cultura, da economie carenti o problemi razziali, è ereditato
anche dalle religioni. Sono convinto che proprio questo, più
di tutti gli altri fenomeni, ha condizionato la civiltà dei
popoli, e sin dai tempi dell’evoluzione umana ha generato
guerre, discriminato razze, e spesso ha tolto libertà e governato
con abusi e arbitri in nome e a difesa di una legge superiore....Non
essendo questa la sede giusta, per il divieto di parlare di religione
o politica nel Tempio, non si tratteranno i motivi religiosi o nel
nome delle varie religioni, i danni causati nel passato e nel presente,
ma il tutto è ricordato solo come fatto accaduto come avvenimenti
o accidenti storici.
Esiste una costante storica di reazioni conservatrici causate dal
pregiudizio e che bloccano o hanno bloccato progressi sociali, religiosi
e anche economici, e conseguentemente hanno originato problemi di
convivenza e d’intolleranza sociale imprigionando l’Essere
terrestre, l’uomo e i suoi simili. A volte ci si è
trovati coinvolti in un ingranaggio, tramandato anche da tempi lontani,
che hanno fatto accettare un determinato pregiudizio, senza neanche
porsi il motivo o il perché esso si è generato, adeguandosi
passivamente, rifiutando anche responsabilità etiche, ma
senza approfondire l’interdipendenza e l’interconnessione
createsi nell’esprimere un determinato pregiudizio e quali
conseguenze possano o potevano portare nei rapporti sociali e personali.
Ci sono dei pregiudizi che forse, si recepiscono fin quasi dallo
stato embrionale, a riguardo di un integralismo religioso o politico
e comunque inculcato, quasi sempre nella fase di crescita, diventa
un fattore decisivo e di condizionati comportamenti negativi nei
confronti d’intere razze o gruppi etnici. Sono casi dove difficile
o impossibile è interagire con quel fenomeno, che considero
una coscienza libera dai cerchi ideologici che si forma, anche se
con mille, nascosti significati indecifrabili e con motivazioni
oggi ancora non spiegabili, dentro la coscienza di chi cerca la
libertà assoluta.
Cogliere il momento in cui nasce un pregiudizio, ricercarne la causa
dalla quale si è prodotto, non è facile anzi, quasi
impossibile.
Concettualmente possiamo dedurre che di solito le cause sono: suggestioni,
soprusi, avvenimenti naturali, negazioni,
incomprensioni sociali, religiosi, ecc... Il risultato in ogni caso
deriva dalla sottovalutazione e dalla ridotta visione, degli effetti
comportamentali di uno strato sociale, e dall’irrazionalità
di comportamenti con la realtà dei fatti.
Spesso è derivato di un Antropocentrismo (il porre l’uomo
al centro di tutto), oppure uno smoderato Teocentrismo (porre Dio
al centro), ma le due cose non sono alternative fra di loro. (mentre
il filosofo Kant teorizza l’uomo come fine e mai come mezzo,
il Papa Gíovanni-Paolo II professa la scelta antropocentrica
dell’uomo). Si può notare che non è facile svelare,
individuare le strutture di base e come l’uno non è
alternativo all’altro. Non è facile svelare la fissazione
inconscia alla base di un pregiudizio, riuscirne a correlare strutture
simboliche, spesso con variabili sociali o religiosi, perché,
in effetti, è la costruzione stessa del pregiudizio un messaggio
esoterico, infatti, è quasi indecifrabile, oltre che segreto
la natura della sua nascita. Insomma, ci sono situazioni che intrinsecamente
sembrano semplici e spiegabili, ma poi, in effetti, si presenta
una paratia d’incomprensioni e misteri, che respinge ogni
possibile identificazione, ogni possibile spiegazione. Il messaggio
diventa non identificabile, la sua struttura incomunicabile. La
caverna platonica sempre più oscura, è razionalmente
improbabile una serena analisi, un chiaro linguaggio, una chiara
semplice, relazione sociale.
Chiunque si trova in una convivenza, in una partecipazione sociale
o culturale o storica, si trova senza neanche rendersi conto, a
convivere nel pregiudizio. Spesso è una condizione cosmologica
paragonabile ad un sistema di lenti, che mettono a fuoco immagini
diverse da quelle trasmesse dall’universo. Spesso regole o
metodi, dettati dall’egoismo o dalla paura, hanno trasmesso
e trasportato da lontano, esprimendo momenti dell’esperienza
umana, ma senza regole fisse e costruiti senza tener conto del giusto
o ingiusto, un tratto di vita d’esperienza sia negativa sia
positiva. Proprio per effetto dell’analisi dei fatti, il Massone
si sa, n’è specialista, perché lavora sulla
pietra grezza, sui frammenti che questa sprigiona e che gli servono
per completare, sistemare, innalzare, con la giusta quantità
di calcina, il muro del tempio. Nel Massone sono implicite l’umanità
e la sensibilità sociale del suo animo e gli accidenti, anche
giornalieri, e le eventuali dipendenze non possono suggestionare
il suo stato mentale, deviare il pensiero sempre vigile, sempre
pronto ad eliminare qualsiasi tarlo di dogmatismo.
Il Massone ha subìto un’iniziazione che lo aiuterà
a liberarsi dai rumori dei metalli, che tanto lo assediano e tormentano
nella vita profana. Ha subito la mutazione interiore, ha superato
la voragine, l’abisso dell’ignoto.
Riesce a leggere gli eventi, ad essere predisposto e disponibile
a rivedere e meditare gli avvenimenti e anche gli accidenti, con
criteri di valutazione ampi e tenendo conto della libertà
ideologica degli altri.
Il secondo comma del capitolo 1° degli “Antichi Doveri”
così recita: “ ... Egli (il Massone) meglio di tutti
dovrebbe capire che Iddio non vede come gli uomini, perché
l’uomo vede l’apparenza esterna mentre Dio guarda nel
cuore. Perciò un Massone è particolarmente tenuto
a non agire mai contro i dettami della sua coscienza. Qualunque
sia la religione o il culto di un uomo...”. Notiamo la pertinenza
col tema a non generare pregiudizi, il chiaro riferimento alla coscienza
e alla conoscenza. Quale deve essere l’impegno del Massone,
la sua esigenza ad aspirare ad un’evoluzione integrale e non
settoriale, come acquisire la capacità a modificare i comportamenti,
senza disturbare le opinioni degli altri.
Consiglia al Massone di valutare sempre le condizioni ideali nell’affrontare
le proprie esperienze, libero da eventuali fantasmi, prodotti dell’intollerante
società profana quando non riesce a spiegare, non riesce
a scoprire l’evento, l’accidente.
Il Massone rifugge dal pregiudizio perché ha superato l’aspetto
agghiacciante del vuoto, egli ha scoperto la possibilità
di vivere la morte, è fuori di quel meccanismo psicologico
di protezione delle idee fisse e tramandate (pregiudizi) che ostacolano
il cammino verso la libertà, che oscura gli occhi tanto da
non fargli distinguere ciò che è vero dal falso.
Ettore Coscarella