Nell'università inglese di Oxford il breve, oscuro e profondissimo
scritto di Giordano Bruno, De vinculis in genere, viene stimato
come un libro fondamentale per la comprensione del pensiero politico
moderno, al pari del Principe di Machiavelli. Anzi, da molti
storici e intellettuali anglosassoni e mitteleuropei il De vinculis
in genere è considerato lo scritto politico più intelligente e perspicace
della modernità, tanto che alla London School of Economics è un
testo base dei corsi di studio, utile per comprendere le tendenze
in atto nella vita sociale contemporanea.
Presupposto
e cardine dell'opera bruniana è l'uomo, creato per natura come un
essere che "desidera" e che cerca un compimento-completamento fuori
di sé. Il desiderio che vive nell'uomo è di carattere connettivo,
cerca l'unione, e dunque è primariamente erotico, nel senso più
spirituale ed omnicomprensivo del termine, in grado di accogliere
tanto gli aspetti istintuali quanto le eteree contemplazioni mistiche.
Per quest'ultima ragione, tra le sue varie caratteristiche, l'eros
è capace di creare immagini fantasiose nella mente, propria (di
chi manifesta l'eros nelle sue forme) ed altrui (di colui
che come amato fruisce delle attività dell'eros da parte dell'amante).
Tutto questo perché l'eros è esperienza che si può accendere
e travasare nella psiche di altri soggetti. Nelle relazioni tra
individui questa capacità di suggestione erotica consente di creare
legami e vincoli, come ad esempio tra due amanti, tra due amici,
tra membri di un'associazione o di un partito, tra il leader e i
suoi proseliti, secondo varie forme. E in politica l'eros - e non
la ragione, come vorrebbe Aristotele - è l'essenza del tessuto connettivo
tra tutte le parti che ne costituiscono l'insieme, il corpo sociale.
Visto
da questa angolazione il punto di incontro tra chi gestisce il potere
e chi lo "subisce" trova una zona di compensazione e di equilibrio
nel cosiddetto "consenso": il politico afferma le sue decisioni
non tanto in base alla forza e alla violenza, ma con l'arte del
consenso. E lo raggiunge se, per ottenerlo, asseconda i desideri
dei cittadini. Governare con il consenso a garanzia reciproca delle
parti: è quanto oggi fanno i sistemi democratici avanzati, pur con
le loro distorsioni. In genere nei paesi democraticamente evoluti
si commissionano ricerche di mercato sofisticate ed accurate su
ogni cosa: per interpretare i gusti e le sfumature delle mentalità
dei cittadini, ma soprattutto, per comprenderne i desideri nascosti,
le voluttà recondite. La pubblicità dei prodotti e dei servizi è
carica di messaggi "erotici", talvolta anche subliminali. Si governa
anche con la manipolazione dei consumi e con l'induzione all'adozione
di stili di vita. Insomma, lo spostamento dalla logica machiavellica
a quella bruniana consiste nella ritaratura della visione dell'uomo
e del suo operare nella politica sociale. Da forza bruta con infinito
potenziale di vizi e virtù, come in Machiavelli, il suddito diventa
in Bruno un essere capace di desideri verso l'infinito.
Meccanismo
del gioco compositivo sociale è l'eros con le sue variazioni
che coinvolgono non più solo l'aspetto razionale ma anche e soprattutto
quello fantastico della mente. È l'immaginazione che conquista il
trono della politica, non la forza. Il politico allora diventa il
maestro orologiaio dei sogni e delle aspettative degli individui,
dei club, delle associazioni e dei gruppi sociali. Il suo scopo
è quello di creare, individuare, canalizzare e dirigere i desideri,
che hanno radice nella natura erotica dell'uomo.
Dopo
la riflessione c'è anche la parte "operativa" di questo sistema.
E qui il filosofo-politico indossa le vesti dell'artista mago. Il
moderno condottiero fa leva sul comando ma non in un senso rigido
come in Machiavelli o nella sua variante gramsciana, quella del
partito-principe. La conquista e il mantenimento del potere sono
in Bruno un'operazione "magica", nel vero senso della parola, perché
mentre il fine resta lo stesso (il controllo della situazione) cambia
il mezzo (la persuasione). Come l'innamorato crea una rete magica
intorno all'oggetto-soggetto del suo amore con gesti, parole, servigi
e doni, così il "mago sociale" lancia le reti della sua visione
fan-tastica nel mondo per impadronirsi della "preda" attraverso
il suo consenso. Nella visione repubblicana di Machiavelli il cittadino
è un suddito tutt'al più compiacente, nella visione politica di
Bruno il cittadino è un amante da conquistare e legare. Questa catena
di operazioni è chiamata da Bruno con il termine "vincolare" (vincire)
e i suoi procedimenti ricevono il generico nome di legami, "vincoli"
(vincula). La politica non è la scienza machiavellica del
comando e del potere ma l'arte per capire come esercitare la manipolazione
delle menti del popolo e dell'individuo.
Bruno
tratta il problema dal punto di vista dello stesso manipolatore.
È il teorico per eccellenza della visione moderna della politica.
Colui che secoli più avanti studierà invece gli stessi fenomeni
psicologici che sottostanno alle masse e agli individui rispetto
al potere dal punto di vista degli individui (e non del politico)
sarà Sigmund Freud (celebre il suo Psicologia delle masse
e Analisi dell'io, 1921). Mentre il Principe di Machiavelli
era l'antenato dell'avventuriero politico, il mago bruniano è il
prototipo dei sistemi impersonali dei mass-media, della censura
indiretta, della manipolazione globale e dei brain-trust
che esercitano fascino e controllo sulle masse delle democrazie
occidentali. Il mago è tanto più capace di legare i cittadini quanto
più li conosce e quanto più li solletica in ciò che amano di più.
E questo vale sia per le associazioni di cittadini presi insieme,
sia per i singoli cittadini presi individualmente. Tutta l'umanità
è filtrata nell'imbuto dell'amore-eros, che è anche considerato
più forte della volontà (e in questo senso è proprio Bruno l'avversario
più efficace di Nietzsche e del nichilismo, perché l'amore-eros
è un principio universale che lega ogni cosa dell'universo a ogni
cosa dell'universo e quindi al suo creatore al quale tutto è connesso;
la volontà di potenza dell'uomo nicciano trova compimento nell'abisso
in cui sprofonda per mancanza di appoggi o di finalità ulteriori).
L'uomo
erotico di Bruno non è però un essere lubrico o satanico. Può anche
amare eroticamente e voluttuosamente la ricchezza, il sesso, il
potere, nelle sue molteplici manifestazioni, ma la sua carica non
si esaurisce in queste sole dimensioni che risultano essere, anzi,
solo quelle marginali. Tutto è riconducibile all'amore inteso come
fuoco vitale dell'universo - sostiene Bruno. L'invidia? È amore
per se stesso di qualcuno che non tollera né superiorità né eguaglianza
da parte di altri. Il pudore? È l'amore dell'onestà. L'odio? È amore
per l'opposto. In chia-ve neoplatonica, tutte le forme emotive,
sentimentali, umane, sono ricondotte da Bruno all'eros, il
vero e unico dæmon magnus. Se tutto è una variazione dell'unico
tema e tutto è riconducibile ad esso, l'eros universale, chi lo
possiede e lo comprende è in grado di possedere e dominare ogni
cosa nel mondo, anche i rapporti interpersonali e intersoggettivi.
Il
De vinculis in genere elenca, studia e interpreta (con occhio
magico e interessato) ogni forma di rapporto possibile tra individui
e tra gruppi di individui: è dunque un catalogo enciclopedico, un
manuale - anzi, il manuale - pratico per raggiungere questa superiore
forma di conoscenza che unisce scienza e arte in una sintesi suprema.
Il mago di Bruno è il pozzo dove tutte le acque sotterranee dell'eros
individuale e sociale si raccolgono e si smistano, in una rete infinita
di raccordi.
Negli
Stati Uniti - la democrazia occidentale che in politica interna
ha applicato e applica le procedure illustrate dal libro di Bruno
- a ricerca del potere e della sua affermazione viene eseguita sul
piano del consenso. Eros, fantasia e fede dell'uomo sono
i tre fondamenti di questo preciso lavoro di affinamento progressivo,
i tre pilastri su cui ogni giorno lavorano indefessamente istituti
di ricerca per monitorare i cambiamenti sociali statunitensi. I
risultati di questi studi sono considerati responsi oracolari da
parte dei politici e dei finanzieri che se ne nutrono per e-laborare
strategie di sviluppo. Nel 1974, dopo le prime gravi tensioni mediorientali
e la crisi del petrolio, l'istituto Gallupp aveva posto in evidenza,
al termine di un sondaggio, che il 56% degli americani stimava più
i personaggi di spettacolo che i personaggi politici, forse perché
questi ultimi sono più pronti al compromesso di quanto non lo fossero
certi pistoleros su celluloide. Se andiamo a ripercorrere
la storia di quel paese vediamo che tra i politici seguenti a quel
periodo dell'indagine troviamo come presidente l'ex-attore Ronald
Reagan e l'attuale governatore della California, Schwarzenegger
anche lui ex-attore.
Il
potere plasma e si plasma a sua volta fino a prendere le fattezze
dell'amato o dell'amante perché ha come ragione sua propria la sopravvivenza,
l'allargamento attraverso la soddisfazione erotica e spirituale.
Il consenso è oggi l'arma democratica che permette in tal senso
uno sviluppo accrescitivo delle parti con reciproco godimento e
senza spargimento di sangue.
Ma
molto altro ci sarebbe da dire sulle qualità di questo "orgasmo"
consensuale tra politici eletti e corpo elettorale. Un orgasmo che
all'epoca dei regimi nazisti e stalinisti arrivava fino alle dimensioni
della trance collettiva, come ha sottolineato Whilelm Reich
nel suo Psicologia di massa e del fascismo. Quanto questo
metodo bruniano di amplesso erotico universale - da applicare anche
alla vita politica e sociale - sia democratico nel suo contenuto
è tuttora materia di riflessione e di dibattito tra gli studiosi
dell'università londinese, che teme appunto derivazioni dittatoriali,
totalitarie o anche, più semplicemente, populiste della sua applicazione.
Questi accademici, tra cui ricordiamo Dahrendorf, ma anche lo scomparso
Eliade e il suo discepolo Couliano, sono solo gli ultimi studiosi
in ordine di tempo a trattare il De vinculis in genere come
un capolavoro. I primi ad accorgersi dell'importanza del testo bruniano
furono i Rosa+Croce, come testimoniato nei testi di P. Arnold e
di F. A. Yates sulla storia di questo movimento.
P.
G.