SIMBOLOGIA MASSONICA E PSICOLOGIA
IL SIMBOLISMO DEL 1° GRADO
Come ogni
Scuola iniziatica, così anche la Massoneria, con il suo insegnamento
per mezzo dei simboli, segue una rigida gradualità corrispondente
allo sviluppo dei vari livelli dell’evoluzione umana: fisico
o biologico, psichico – emotivo e mentale – e spirituale.
L’addestramento dell’Apprendista, simboleggiato dal lavoro
sulla pietra grezza, ossia da un lavoro di sgrossatura, di eliminazione
delle scorie più vistose e grossolane, si riferisce prevalentemente
al corpo fisico ed a quello emozionale, ossia alle funzioni psicologiche
della sensopercezione, dell’impulso-desiderio e dell’emozione-sentimento.
Vediamo quali strumenti gli vengono forniti a questo scopo al momento
dell’iniziazione. Innanzi tutto, la parola iniziazione
si riferisce all’inizio di qualcosa di diverso da ciò
che costituiva sino a quel momento il prevalente interesse del profano:
egli deve cioè cominciare a vedere le cose vecchie con occhi
nuovi, a servirsi della visione interiore simboleggiata dal terzo
occhio, iniziare un arduo cammino all’interno di se stesso per
conoscersi e tramite la conoscenza di sé giungere alla conoscenza
dell’Universo e di Dio.
Fra i simboli che decorano il Tempio vi sono quelli dei quattro elementi:
è necessario infatti che l’iniziando ponga attenzione
a quella che è la propria costituzione elementare, per arrivare
a comprendere che la sua composizione quaternaria è identica
a quella di tutto ciò che esiste nel cosmo e quindi di tutti
gli altri esseri viventi, con i quali grazie a questa comunione può
e deve sentirsi fratello.
Microcosmo nel macrocosmo, energia umana nell’energia cosmica,
separato dal resto del mondo dalla propria forma che lo individua,
ma identico nella sostanza, il profano rivede i suoi doveri verso
microcosmo e macrocosmo nella solitudine un po’ angosciante
del Gabinetto di Riflessione, dove stila il proprio testamento preparandosi
a morire alla vita ordinaria per rinascere a quella iniziatica.
E qui, dove la sensopercezione cui è abituato gli è
di ben poco aiuto per la semioscurità e gli insoliti simboli
che lo attorniano, egli deve fare i conti con la propria emotività,
che la suggestione del luogo e del momento tende ad esasperare. Il
desiderio di essere accolto nella fratellanza massonica combatte forse
con l’impulso di alzarsi e andarsene, i sentimenti più
disparati gli si affollano nel cuore oscurandogli la chiarezza della
mente. In queste condizioni, la stesura del testamento è qualcosa
che esula completamente dal comportamento normale dell’individuo,
per cui vi sono stati testamenti come quello del Carducci che hanno
rivelato in una sola parola “AMORE” il
livello evolutivo cui l’iniziando era giunto spontaneamente.
I colpi non ritmati che il profano batte alla porta del Tempio simboleggiano
questo suo tumulto interiore, ma anche il disordine che domina nella
vita di chi non abbia alcuna idea della gerarchia che regge non solo
le istituzioni mondane, ma anche e soprattutto l’ordine del
creato, l’ordine cosmico, e per analogia anche la vita del microcosmo,
dell’uomo stesso. Questo stesso disordine regna sovrano nella
psiche della grande maggioranza degli uomini, che si affannano senza
sapere perché verso mète che quasi sempre li deludono,
con un tale spreco di energia che per molti di loro si può
dire che giungono alla morte senza avere masi vissuto. Ma colui che
ha scelto di essere iniziato, ha scelto da uomo libero, quindi ha
correttamente usato quella tra le facoltà psicologiche che
le coordina tutte armonizzandole, cioè la volontà. E
l’energia psichica sprigionata dall’atto volitivo e indirizzata
verso una mèta valida gli consentirà di trasformarsi
“da uomo di desiderio
in uomo di volontà” e di mutare il suo
comportamento da semplice reazione agli stimoli esterni ed interni
in un comportamento attivo, capace di influenzare anziché di
esserne influenzato.
Il M.:. V.:. ed i Sorveglianti, una volta che il profano è
stato introdotto nel Tempio e fatto sedere, gli illustrano i concetti
massonici di tolleranza, libertà, morale e virtù corrispondenti
alla regole, al potere, alla legge ed alla forza, tutto ciò
in funzione del raggiungimento del fine ultimo che è la saggezza,
cioè l’equilibrio. Da un punto di vista psicologico,
si può dire che l’iniziando viene invitato e stimolato
al controllo del proprio comportamento esteriore quale riflesso e
risultato del raggiungimento di una consapevolezza interiore sui seguenti
punti: il potere dell’IO, cioè del centro di coscienza
e di volontà, di dominare tutte le funzioni psicologiche; le
leggi della psicodinamica che consentono di trasformare l’energia
psichica secondo il fine cui deve essere indirizzata; la forza che
deriva dalla scoperta delle proprie potenzialità latenti e
della possibilità di utilizzarle secondo la volontà
dell’IO.
Seguono i tre viaggi simbolici attraverso l’acqua, l’aria
ed il fuoco, che corrispondono rispettivamente al livello emozionale,
mentale e spirituale. Tuttavia in grado di Apprendista questi simboli
vengono usati solo per rappresentare la purificazione, ossia la liberazione
dai condizionamenti, dai preconcetti e dai pregiudizi, cioè
di tutto quanto può ostacolare la libera espressione dei sentimenti
ed il libero esercizio della funzione mentale. Il M.:.V.:. precisa
che il secondo viaggio compiuto fra gli ostacoli ed il frastuono è
il quadro della vita umana, con le passioni che l’agitano e
le difficoltà che si frappongono, ma in realtà è
la vita interiore che è gremita di ostacoli alla realizzazione
dell’essere umano nella sua completezza e perfezione: le passioni
altro non sono che gli istinti, gli impulsi e le emozioni che vanno
integrati ed armonizzati con la razionalità e l’intuizione,
mentre gli ostacoli rappresentano i blocchi psichici, i complessi
e le frustrazioni che ritardano la crescita interiore.
Nello spiegare il significato del terzo viaggio, il M.:.V.:. precisa
che difficoltà ed ostacoli scompaiono gradualmente sotto il
passo dell’uomo che perseveri nel cammino iniziatico, ma che
tuttavia egli si trova ancora nella necessità di lottare. Continuando
tale cammino e allenandosi al corretto uso delle proprie facoltà
l’uomo incontra via via sempre meno ostacoli alla propria realizzazione;
tuttavia persistono le intime lotte fra le varie deviazioni caratteriali
che potremmo chiamare subpersonalità, in quanto, finchè
un ruolo non è giocato coscientemente, finchè vi è
il prevalere di una funzione psicologica rispetto alle altre, l’individuo
è soggetto a continui mutamenti dello stato d’animo,
a cambiamenti del tono dell’umore, a reazioni contrastanti che
gli tolgono la serenità. Solo allorché abbia raggiunto
la propria centralità e l’armonico sviluppo di tutte
le sue potenzialità egli potrà dire di possedere una
personalità armonica ed equilibrata, tale da poter fare di
lui uno di quegli uomini che lasciano la propria impronta nella storia
dell’umanità.
Ma il momento culminante dell’iniziazione lo si ha al termine
del quarto viaggio, al momento in cui il M.:. V.:. indica nel fuoco
il simbolo dell’amore: “Possa il vostro cuore
infiammarsi di amore per i vostri simili; possa questo amore improntare
le vostre parole, le vostre azioni, il vostro avvenire. Non dimenticate
mai il precetto universale ed eterno: non fare agli altri ciò
che non vorresti fosse fatto a te e fa’ agli altri tutto il
bene che vorresti che gli altri facessero a te.”
E poiché il simbolo è analogo, dopo il riferimento al
fuoco il M.:.V.:. parla del sangue da versare per una giusta causa,
dopo di che illustra al neofita i suoi doveri di solidarietà
umana prima di invitarlo alla promessa solenne.
Sui simboli del fuoco e del sangue e sul concetto di amore universale
vi sarebbe molto da dire, ma soprattutto vi è molto da fare
per liberarsi da tutto ciò che è frutto di condizionamenti,
di insegnamenti nozionistici e non di vero convincimento relativo
a ciò che si è imparato nel corso dell’esistenza
e vissuto con cuore ed anima. Fuoco e sangue sono i simboli della
vita, dell’eterno pulsare dell’energia che ha dato luogo
alla manifestazione, della creazione perenne che si rinnova ad ogni
nascita, fisica o simbolica, la nascita di un bimbo o la nascita di
un libero muratore. Entrambi iniziano un viaggio che non potrà
condurre ad alcuna mèta se non sarà costantemente alimentato
dal fuoco dell’amore: amare ed essere amati è infatti
un bisogno primario ed insopprimibile dei viventi e il suo mancato
soddisfacimento dà luogo a complicati processi psichici di
compensazione che spesso sfociano in nevrosi. Ma il vero amore non
ha niente a che fare con la sfera emotiva, il vero amore non è
un sentimento ma si manifesta come irradiazione energetica vivificante
e inebriante, come amore impersonale per se stesso, per tutti gli
altri uomini in cui ciascuno si rispecchia, e per la Natura, la Grande
Madre che impregnata dallo spirito dà e mantiene la vita.
Gli ultimi due simboli su cui è interessante soffermarsi per
darne un’interpretazione in chiave psicologica sono quello della
spada e quello del segreto. La spada viene in gioco assai spesso nel
rituale massonico e nella cerimonia dell’iniziazione ha una
parte preponderante: la punta della spada è il primo contatto
che il profano ha con quel che si trova nel Tempio e che egli non
vede perché è ancora bendato, le spade sguainate sono
la prima cosa che egli vede al momento in cui gli è data la
Luce. Ora, il simbolo della spada è antichissimo e la sua interpretazione
è costante anche in psicanalisi.
Infatti, mentre la verga ed il bastone sono inequivocabilmente simboli
fallici, così come la coppa è simbolo femminile, la
spada rappresenta l’Androgino, essendo formata dall’unione
della lama – maschile – con l’elsa – femminile.
Ed anche chi non abbia molta dimestichezza con i simboli sa che l’Androgino
è la rappresentazione dell’unità, della sintesi,
della completezza, della perfezione. Ma la sintesi fra maschio e femmina
non sta soltanto nell’unione sessuale che a sua volta è
perfetta e completa quando rappresenta anche la comunione spirituale.
Infatti ogni essere umano possiede come è noto ormoni maschili
ed ormoni femminili, per cui il sesso è determinato solo dalla
prevalenza degli uni o degli altri, ed anche a livello psicologico
ogni individuo possiede caratteristiche e facoltà di tipo maschile
o femminile. Ad esempio la razionalità è funzione attribuita
prevalentemente agli uomini, mentre l’emotività è
caratteristica soprattutto femminile; la volontà è maschile,
l’intuizione è femminile, e così via. Allora,
per raggiungere l’armonizzazione della propria personalità,
l’uomo, il massone, dovrà celebrare dentro di sé
le mistiche nozze con la Rosa Bianca della Cavalleria, dovrà
cioè in una sorta di alchimia spirituale fondere e sintetizzare
nell’IO le proprie facoltà, tendenze, capacità,
attitudini, sia di tipo maschile che di tipo femminile, per creare
l’Androgino della personalità integrata.
E veniamo al Segreto che caratterizza ogni cammino iniziatico. Nelle
scuole esoteriche le riunioni rituali vengono chiamate Misteri ed
il Segreto è difeso gelosamente nei confronti dei profani.
Ora, viene spontanea una osservazione preliminare: al giorno d’oggi
in cui i rituali si possono acquistare in qualsiasi libreria, che
senso ha parlare di segreto? Eppure i massoni si riuniscono per il
potere di questo segreto, agiscono in nome di questo segreto, tendono
per tutta la vita al possesso sempre più completo di questo
segreto. La spiegazione è abbastanza semplice e sta nell’interiorità
dell’uomo: perché quando, costruita una personalità
armonica e integrata, divenuto padrone di se stesso, acquistata la
conoscenza e la coscienza di ciò che è e di ciò
che può diventare, l’uomo, il massone, giunge a poter
dire “Io sono”, questa sua certezza, questa sua forza,
gli consentono di compiere l’ultimo balzo dopo il quale sarà
veramente un Maestro, maestro di se stesso e maestro di vita per gli
altri. E questo balzo consiste nel passaggio dal personale al transpersonale,
dal finito all’infinito, dalla molteplicità all’unità,
dal temporaneo all’eterno. Dalla conoscenza di se stesso l’uomo
perviene, con la necessaria maturazione, alla conoscenza dell’Universo
e quindi al contatto con la divinità, che non è qualcosa
di estraneo e di esterno a lui, ma è la sua stessa essenza,
non di lui solo ma di tutto ciò che compone il Creato.
La creatura viene dunque a conoscere il Creatore; e questa conoscenza
non è emotiva, come quella delle donnette che cadono in preda
a crisi isteriche in cui credono di vedere un’immagine sacra
che piange o si muove; e non è nemmeno razionale, come quella
che il filosofo si illude di raggiungere con le sue astruse speculazioni.
E’ una conoscenza che si raggiunge per mezzo di un’unica
funzione psicologica, l’intuizione, che costituisce il canale
attraverso il quale la coscienza universale, la mente cosmica si mette
in contatto con la coscienza e la mente umana.
Ogni essere vivente, e quindi anche l’uomo, ha un suo livello
evolutivo che gli consente di giungere ad una soglia, ma non di oltrepassarla;
però l’uomo, unico tra i viventi del creato – o
per lo meno di quella parte dell’Universo che è stato
possibile conoscere fino ad oggi – in grado di disporre di se
stesso, di usare il suo libero arbitrio per attingere alla conoscenza
del bene e del male, ossia delle polarità opposte, può,
con uno sforzo congiunto di mente e cuore, superare i propri limiti,
vincere il Guardiano della Soglia e penetrare così nel mistero
di se stesso per guardare la propria essenza.
Ma poiché il linguaggio di cui si servono gli uomini dopo la
caduta della Torre di Babele è sempre inadeguato alla esatta
espressione del suo pensiero, è inevitabile che esperienze
del tipo di quella cui si è accennato siano indescrivibili,
inenarrabili e possano essere comunicate con un semplice sorriso solo
a chi ne sia stato a sua volta protagonista. L’esperienza delle
vette è intraducibile: non vi è che da salire la montagna
per vedere dalla cima più alta un paesaggio che non si può
apprezzare se non con i propri occhi e non già attraverso le
descrizioni altrui.
Ma l’esperienza delle vette è anche l’esperienza
della propria profondità interiore, poiché sappiamo
– ed è stata l’antica saggezza della Tavola di
Smeraldo ad insegnarcelo – che ciò che è
in alto è come ciò che è in basso e ciò
che è in basso è come ciò che è in alto,
per fare il miracolo dell’Unità. E questo
è, in sintesi, l’unico e vero Segreto massonico.
Ottavio
Gallego