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Avvocato. Esule antifascista in
Svizzera a causa delle leggi razziali, fu presidente della "Assistenza
Italiana" di Zurigo. Nel 1956 è tra i partecipanti al primo Convegno Nazionale
del Partito Radicale di Mario Pannunzio, prestigioso direttore del "Il
Mondo" ed è membro della sua Direzione Nazionale fino al 1962. Aderì successivamente
al P.S.D.I., pur restando legato al Partito Radicale. Esponente importante
della comunità ebraica romana, rappresentò lo Stato di Israele nel 1961
nel processo contro Herbert Kappler. Fu Console onorario della Finlandia
fino al 1971.
Iniziato nella L.:. Rienzi di
Roma il 26 gennaio 1923, nel dopoguerra fu M.:.V.:. della R.:. L.:. Pisacane
di Ponza Hod n. 160 (una delle più antiche e prestigiose Logge del Grande
Oriente d'Italia fondata nel giugno 1931 dal Gran Maestro Domizio Torrigiani
durante la sua permanenza forzata nell'isola di Ponza ove era stato inviato
in confino). Fu Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d'Italia per
tre volte, col G.:. M.:. Cipollone e poi, dal 1964 al 1970, col G.:. M.:.
Gamberini.
Pronunciò importanti discorsi
massonici e svolse ampia attività nelle relazioni con le Comunioni estere
e fu tra gli alfieri del dialogo col mondo cattolico. È noto l'incontro
dell'11 aprile 1969 ad Ariccia nel convento del Divin Maestro, in cui
sedette da una parte con il Gran Maestro Gamberini e lo storico Augusto
Comba e dall'altra il salesiano Vincenzo Miano, vicecapo del segretariato
vaticano per i non credenti, il paolino Rosario Esposito e il gesuita
di "Civiltà Cattolica" Giovanni Caprile. Racconta padre Esposito: "Per
la cena a capotavola c'era il Gamberini, che intonò il Padre nostro, poi,
stando tutti ancora in piedi, prese un pane, lo spezzò e lo offrì al padre
Caprile dicendo: 'Il massone spezza il pane col gesuita'. Tutti ci scambiammo
il medesimo rito, condividendo una gioiosa fraternità".
Fu eletto Presidente del Rito Simbolico
Italiano (marzo-aprile 1970) pochi giorni prima del suo passaggio all'Oriente
Eterno e Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia nella Gran
Loggia successiva. Nella sua breve Serenissima Gran Maestranza del Rito
tentò di imprimere l'idea che la Massoneria dovesse essere l'officina
formatrice di una classe dirigente degna di assumere tali funzioni, lanciando
la ricostituzione di un sistema iniziatico ed etico rivolto alla formazione
di costruttori.
Uomo di ineguagliabile spiritualità
ed elegante penna, che visse, tutto sommato, una vita "appartata" fino
alla fine degli anni '60, è tuttavia oggi celebre nell'Italia profana
per essere stato il Gran Maestro Aggiunto che nel dicembre 1965 presentò
l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il quale lo elevò
immediatamente di grado nella gerarchia massonica, inserendolo nella Loggia
Propaganda n.2 (Loggia cui nel 1945 il Grande Oriente d'Italia attribuì
il numero d'ordine 2, attestante la sua vetustà di fondazione, seconda
solo, tra le Logge ancora attive, alla "Santorre di Santarosa" di Alessandria,
ma ora più nota al grosso pubblico come P2) e che nel 1969, assieme a
Gamberini, affidò a Gelli un non meglio precisato incarico speciale di
potenziamento della Loggia. I nomi del piedilista erano all'orecchio del
Gran Maestro, anzi, si dice fossero conservati nella cassaforte dello
studio di Piazza di Spagna del Gran Maestro Aggiunto Roberto Ascarelli.
Nel 1971, dopo la morte di Ascarelli, tutta la documentazione andò allora
in mano del Fratello Licio Gelli, che per altro si era conquistato la
fiducia di Ascarelli per la sua efficienza organizzativa alla Lebole e
un ostentato disinteresse per le promozioni di grado entro l'Ordine. Dopo
la sua morte e da allora, in un crescendo parossistico di cui i Massoni
leali conserveranno a lungo triste memoria, il nome della Loggia, o di
singoli suoi membri, apparirà sistematicamente sulla stampa in relazione
ad operazioni irrelate all'attività massonica, a scandali d'ogni sorta
e a propositi d'interferenze politico-finanziarie, fino all'esplosione
del caso nel maggio del 1981.
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