NOTE SUL SIMBOLISMO
Sin dall'antichità, la morale ed ogni altra manifestazione dello spirito venivano velati, negli insegnamenti iniziatici, da simboli dietro i quali si nascondeva una realtà superiore che l'intelligenza umana, l'uomo meglio preparato, non erano in grado di percepire se non attraverso uno studio profondo e specifico, che da una visione essoterica del simbolo portava ad una comprensione esoterica. Il simbolismo era la chiave di volta degli antichi misteri e ne costituiva il linguaggio sacro.
E' poco probabile che i «Massoni» delle Fratellanze di mestiere, cioè dei modesti tagliatori di pietre, abbiano potuto, nella loro generalità, perpetuare e conservare questa tradizione nata dagli antichi Templi, dove la cultura religiosa, filosofica e profana aveva raggiunto vette che i documenti e i monumenti lasciati stanno a testimoniare di uno splendore incomparabile. Non è ora il caso di diffonderci su di un argomento storico abbastanza arduo: sarà sufficiente aver richiamata su di esso l'attenzione del lettore. Non va dimenticato a questo riguardo ed a sostegno di questa tesi, che i tagliatori di pietre vissero in un’epoca nella quale cultura era monopolio di pochi (persino i re, erano assai spesso analfabeti) e che se pur fosse sorto tra quegli operai qualche problema di carattere spirituale, esso avrebbe trovata la sua naturale soluzione in una religione, la cattolica, allora più che mai assolutistica e monopolizzatrice di anime.
Per cui, se si vuole essere veramente obiettivi, occorre fare un bel salto di parecchi secoli per ritrovare il simbolismo quale muto linguaggio di iniziati. E' possibile si obietti che anche i selvaggi hanno avuto ed hanno manifestazioni che mostrano evidenti segni di un embrionale simbolismo: ma di solito si tratta di limitate rappresentazioni della Divinità, in forma spesso assai primitiva. Può anche ammettersi che qualche operaio più evoluto abbia potuto, nel suo intimo, immaginare qualche parallelismo tra un ferro o l'altro del mestiere ed una qualsiasi idea morale o con qualche manifestazione della Divinità, ma si tratterebbe di episodi sporadici che non hanno comunque lasciato alcuna traccia. Ormai, i più seri storici della Libera Muratoria accettano la tesi che lo sviluppo completo di quel linguaggio universale che è il simbolismo, si ritrova quando i Rosacroce e gli Alchimisti penetrarono nella Muratoria operativa verso la fine del XVI secolo. Le speculazioni che comunque si riallacciano agli antichi Misteri, sono per certo di data relativamente recente.
Il simbolismo viene considerato da taluni una scienza: la più alta per gli iniziati. Esso costituisce senza dubbio, il fondamento di ogni cognizione esoterica. Tuttavia il valore di ogni simbolo muta in rapporto alla capacità, che si potrebbe chiamare intuitiva ed intellettiva, di chi il simbolo interpreta. Il simbolismo, che è il più alto mezzo per insegnare la morale, impegna i sensi e l'intelligenza dell'iniziato in forma piena ed assoluta: i primi, i sensi, percepiscono il simbolo, lo valutano nella sua forma esteriore; la seconda, l'intelligenza, lo interpreta, tenendo presente che il simbolo non è fine a se stesso, ma solo il principio di un insegnamento che dovrà poi condurre il neofita di grado in grado - in senso di gradualità - alla Gnosi.
E' il Libero Muratore di oggi idoneo ad interpretare tale linguaggio? la sua cultura profana può senza dubbio agevolargli l'ascesa, ma tutto ciò che egli ha appreso fuori dei Templi, non è che una base, spesso insufficiente (qualche volta anzi controproducente), per tal sorta di speculazioni. E' solo con lo studio profondo e costante del simbolismo, che il neofita si trasforma lentamente in iniziato. Questo principio è così reso dal Guénon:“La Massoneria è una scuola iniziatica con proprio ed esclusivo linguaggio universale: essa, data a ciascuno l'iniziazione esteriore, lascia che ognuno proceda nell’effettivo possesso di essa, secondo le proprie disposizioni e le proprie possibilità di realizzazione”. E' in base a ciò che il simbolismo va considerato, come il carattere ed il procedimento educativo della Libera Muratoria. Infatti l'art. 3 delle Costituzioni della Gran Loggia Nazionale Italiana precisa: “La Comunione Italiana ... segue l'esoterismo nell’insegnamento ed il simbolismo dell’Arte operativa“.
Ciò premesso conviene precisare che i simboli offerti alla meditazione dell’iniziato, sono come un poliedro, per cui essi trovano nel cuore c nella mente dell'iniziato stesso, una molteplicità di interpretazioni che vengono limitate solo dal senso critico dell'esegeta, senso che deve spingerlo ad accogliere quanto egli reputi non soltanto vero, ma anche logico.
Si può dire che in questo campo affidato alla speculazione di ciascuno, non vi siano confini: tuttavia sarà bene non dimenticare l'ammonimento che, a sostegno di questo, dà il Bòucher (La Symbolique Maçonnique, Dervy, Paris, 1948): “Nell'esegesi simbolica bisogna tuttavia imporsi dei limiti. E' prudente tenersi ad un senso logico e non allontanarsi da questo, altrimenti si cade forzatamente in elucubrazioni che portano gli spiriti logici a respingere, con ragione, ogni dissertazione sul simbolismo”.
Questa verità non va dimenticata da quanti si dedicano agli studi esoterici.
Il Filalete