CENNI STORICI,
CARATTERSTICHE E OBIETTIVI DEL R.S.I.
Sicuramente incompleti, forse inesatti, sono i cenni storici
di cui disponiamo sia sulla Massoneria Italiana in generale che sul
Rito Simbolico in particolare. E' una ricerca che andrebbe fatta a
largo raggio e che senz'altro dovrebbe dare dei risultati notevoli
ed oltremodo interessanti.
La
Massoneria in Italia non ha goduto - come in altri paesi - di una
continuità ininterrotta e perciò di un regolare, costante lavoro,
ma ha dovuto subire delle lunghe interruzioni, dei lunghi periodi
di clandestinità. Diviene perciò automatico e naturale dividere la
storia massonica italiana in cinque periodi dalla prepotente differenziazione.
Agli
inizi, nel periodo 1730-1750 circa assistiamo alla costituzione di
logge puramente simboliche che seguono il sistema inglese, ossia gli
Antichi Doveri e le Costituzioni di Anderson, lavorano perciò solo
nei tre gradi di Apprendista, Compagno d'Arte, Maestro Libero Muratore.
Il grado di Maestro è il completamento ed il coronamento della costruzione
massonica.
NeI secondo periodo che inizia intorno al 1750 e che si incrocia e
si accavalla al primo assistiamo alla diffusione di teorie occultistiche,
astrologiche, cabbalistiche, alchemistiche e spiritistiche, all'insorgenza
di sistemi e riti cavallereschi con suddivisioni in gradi che vanno
da 7 a 10, a 25 e via fino ad oltre 90, all'abbandono cioè totale
o parziale degli Antichi Doveri e delle Costituzioni di Anderson,
pur continuamente richiamandosi ad essi per darsi una parvenza di
legittimità. Avventurieri truffaldini, preti salottieri, cicisbei
delle varie corti, con la loro visione fatua e superficiale della
vita e dei suoi misteri, con la loro esteriorità, vacuità e vanità
inquinano fortemente la Massoneria. Il sommovimento seguito alla rivoluzione
francese spazzerà via tutto, non rimane in piedi neppure una loggia.
Il
terzo periodo ha inizio ai primi dell'800. La Massoneria riappare
in Italia al seguito delle truppe napoleoniche. Anche in questa terza
fase la Massoneria Italiana assume un orientamento generale altamente
negativo, contaminata com'è da carrierismo profano ed "iniziatico"
e sulla scia di un inverecondo servilismo politico: in questo periodo
troviamo Officine dal nome distintivo di "SAN NAPOLEONE", "REALE GIOSEFFINA",
ecc. Come naturale conseguenza al crollo dell'impero napoleonico e
del regno murattiano, segue nuovamente il dissolvimento della Massoneria
Italiana.
La quarta fase massonica inizia tra il 1850 ed il 1860. Si ricostituiscono
diverse logge all'obbedienza del G. O. di Francia. Siamo però anche
in un nuovo momento storico, tutta l'Europa è pervasa di ideali nazionali,
si allargano i moti per l'indipendenza e l'unità, hanno inizio le
lotte politiche e sociali per l'uguaglianza dei diritti, per le libertà
individuali e collettive, per la democratizzazione dello stato. Naturalmente
la Massoneria Italiana risente dell'influenza di questi movimenti
e per la sua stessa natura non può non intridersi di queste idee e
ne viene permeata al punto che storicamente è legittimo chiedersi
quanti elementi e principii massonici siano stati travasati nella
carboneria e quanti viceversa. Ed è in questa fase di realizzazione
degli ideali nazionali ed unitari che nasce il RITO SIMBOLICO ITALIANO.
L'8 ottobre 1859 a Torino sette fratelli si riuniscono e costituiscono
la Loggia AUSONIA che lavorerà solo nei tre gradi simbolici. Nel dicembre
dello stesso anno essa si costituisce in GRANDE ORIENTE ITALIANO.
Questo è una gran loggia simbolica, ossia che si impegna a seguire
fedelmente ed unicamente gli Antichi Doveri e le Costituzioni di Anderson;
nei suoi Templi si lavora solo nei tre gradi simbolici; non riconosce
altri gradi. Inoltre, e questo è forse il motivo di fondo della sua
costituzione, esso non deve obbedienza né formale né vaga ad alcuna
potenza straniera. Comunque, sia l'Ausonia che il Grande Oriente Italiano
sono figli del loro tempo e della loro nazione e risentono naturalmente
anch'essi più o meno delle deviazioni provocate o indotte nella Massoneria
Italiana sia dall'interno che dall'esterno. Pertanto anche esso è
tutto teso all'unità dello stato, alla sua democratizzazione, soffuso
di uno spirito di laicizzazione delle istituzioni contro la secolare
ingerenza e prevaricazione e del clero e dello Stato della Chiesa.
Questa quarta fase storica si conclude in modo violento nel 1925 con
il forzato scioglimento delle Logge da parte del regime fascista.
Giungiamo così alla quinta ed attuale fase. Caduto il fascismo, nel
1943-45 le Logge si ricostituiscono ed i Templi si riaprono. Logicamente
siccome a riaprire le logge sono gli stessi fratelli del 1925, anche
se un po' più vecchi, esse risorgono con i pregi ed i difetti di allora.
Risorge il Rito Simbolico, risorge il Rito Scozzese.
Accennando
ora alle caratteristiche del Rito Simbolico Italiano, ci sembra doveroso
fare una precisazione: mentre lo Scozzesismo nelle sue differenti
concezioni è un "rito" secondo l'usuale accezione massonica di questo
vocabolo e così lo sono pure altre organizzazioni ad esso posteriori,
almeno in Italia, quali il Rito di York e l'Antico Primitivo Rito
di Mizraim & Memphis, il Rito Simbolico Italiano - malgrado la sua
denominazione - non è un rito in senso stretto ma bensì un corpo rituale
quale potrebbe essere la Gran Loggia dei Mark Masons od il Capitolo
dei Massoni dell'Arco Reale. Esso è la Massoneria speculativa "tout-court",
ovverossia esso non riconosce alcun grado oltre quello di. Maestro
Libero Muratore, ma ne è l'esaltazione, tale e quale la britannica
Massoneria dell'Arco Reale, la Royal Arch Masonry. Il Rito Simbolico
Italiano è pertanto solo occasione per Fratelli Maestri di differenti
Logge e di diversi Orienti di lavorare insieme ritualmente. Esso non
è un Rito particolare, ma segue i riti ed i rituali della Massoneria
Simbolica e speculativa; esso è pragmatico, razionalista ed eclettico;
esoterico quanto basta a soddisfare la naturale riservatezza massonica,
non propone indirizzi ideologici o speculativi da seguire, non ha
ulteriori insegnamenti esoterici da offrire. Esso si propone di "elevare
la coscienza iniziatica dei MM\ LL\
MM\ "ma non concede alle proprie aderenti
nuove iniziazioni poiché, come sta scritto al 1° punto della Dichiarazione
dei Principi, ritiene che l'attribuzione del grado di Maestro presuma
il raggiungimento della Perfezione Massonica. Il Rito Simbolico Italiano
insomma vuole solo unire fratelli maestri per aiutarli ad approfondire
la dottrina libero-muratoria, lasciandoli però liberi nella scelta
del mezzo, del metodo, dell'indirizzo individuale di studio e ricerca.
Infatti fra i compiti del Collegio dei Maestri Architetti è di fondamentale
importanza: "intensificare ed elevare la dottrina dei Maestri Architetti
in rapporto specialmente alla simbologia massonica ed alla conoscenza
di tutti gli ordinamenti a carattere iniziatico di ogni tempo e di
ogni paese. (Art. 12, lett. a) dello Statuto).
I suoi membri infatti che già sono Maestri, debbono proseguire da
soli lungo l'erta ed impervia strada che conduce alla saggezza; nessuno
li conduce per mano, nessuno indica loro la via, nessuno promette
loro che la meta sarà raggiunta. In quanto maestri, essi non possono
più avere altri maestri, ma certamente possono e debbono però sentire
il desiderio di scambi di opinioni e di esperienze. E' questo un taglio
di visuale prettamente caratteristico, teso alla interiorizzazione
del percorso iniziatico e delle relative acquisizioni, sottratte alla
verifica della periodica concessione di riconoscimenti a mezzo dell'attribuzione
di ulteriori titoli o gradi. Solo così si spiega allora anche il riferimento
a Pitagora ed alla Scuola Italica. Solo così possiamo, forse immodestamente,
fare un accostamento ai pitagorici e come loro riunirci per proficui
scambi di idee e non isolarci singolarmente quali eremiti. In ogni
caso è un grave impegno assunto individualmente e collettivamente
di studio, di ricerca, di approfondimento di tutte le tematiche libero-muratorie.
Particolarmente
identificanti ci sembrano le definizioni date dall'Art. 1 dello Statuto
del R.S.I., là dove si dice che: "Il R.S.I. è una Fratellanza dei
MM. LL. MM. costituito in perfetta parità di doveri e di diritti,
per elevare la coscienza iniziatica" e dell'Art. 2 che recita: "Il
R.S.I. non concede ai propri aderenti nuove iniziazioni, ma richiede
soltanto una Promessa di Fedeltà ai Principi". Queste prime determinazioni
ci consentono di avviare due ordini di considerazioni. La prima è
che si sancisce una totale orizzontalità tra i partecipi del R.S.I.
garantita della perfetta parità di doveri o di diritti che ben si
aggancia con il 2° punto della Dichiarazione dei Principi là dove
si indica che "la sovranità massonica risiede unicamente nel popolo
dei MM. LL. MM." e con il 3° punto che stabilisce che "gli uffici
rituali sono tutti elettivi e temporanei".
In
questa prima verifica ci piace sottolineare quanto il R.S.I. ritenga
importante che il concetto di uguaglianza si estenda realmente a tutti
i fratelli che lo compongono, conducendo tale concezione paritaria
fino a richiedere ai suoi appartenenti la temporaneità dell'assunzione
degli uffici rituali. Concretamente stimolati in questa temporaneità
degli incarichi i MM. AA. assumono tutti in alternanza i vari ruoli
nella conduzione di ogni Collegio, fatto che non solo conferisce senso
di responsabilità e di partecipazione ad ogni Maestro Architetto,
ma preclude anche il consolidamento di prevalenze di pochi su molti.
Detto questo, deve essere però sottolineato che la posizione del Maestro
Architetto nel Rito Simbolico è "diversa" anche se non "superiore"
di quella del M. L. M. nella Camera di 3° grado della Comunione, in
quanto non vigono per i Simbolici gli stessi limiti operativi e speculativi,
e l'orizzonte della ricerca può essere certamente più ampio, come
se evince sempre dallo Statuto all'art. 12, lett. c): "prendere l'iniziativa
per l'esame di tutte le questioni di carattere morale, sociale, politico,
culturale, umanitario...". Un punto essenziale va ulteriormente evidenziato,
anche se già sopra ricordato: per il Maestro Architetto l'osservanza
di tutti i doveri precede e sovrasta sempre la pratica di qualsiasi
diritto, ancorché essi - doveri e diritti - siano esplicitamente riconosciuti
in perfetta parità a tutti i componenti del Rito Simbolico Italiano.
Ciò lo si è voluto sottolineare in quanto la precedente dizione dell'art.
1 dello Statuto faceva precedere i diritti ai doveri ed in sede di
revisione e modifica, l'Assemblea Nazionale del 24 settembre 1983
avvertì l'esigenza di deliberare l'inversione dei due termini proprio
al fine di privilegiare il primo e porlo in una posizione di maggiore
forza rispetto al secondo.
E'
lungi dalle nostre intenzioni polemizzare con altri Riti e relative
strutture o sostenere che questa configurazione sia più idonea di
altre. Intendiamo soltanto delineare e tentare di esporre un tipo
di concezione che lascia al grado di Maestro Libero Muratore la massima
qualificazione esteriore, mentre delega all'esame ed alla verifica
individuale la constatazione della propria progressiva acquisizione.
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Tra
gli obiettivi operativi del R.S.I. senza dubbio il principale è quello
già ripetutamente attribuitoci e da noi sostanzialmente accettato
di "Sentinella dell'Ordine", l'impegno di mantenere e difendere le
caratteristiche iniziatiche della Libera Muratoria, di denuncia e
resistenza a tutte le possibili deviazioni dall'ortodossia tradizionale.
Al punto 3° dei "Cinque Punti della Fratellanza", approvati nel lontano
1861 dall'allora Grande Oriente Italiano e tutt'ora vigenti, si legge
che il Libero Muratore ha per divisa: "Fa agli altri ciò che vorresti
che da altri fosse fatto a te". In queste parole è racchiuso tutto
il segreto e la forza di una finalità di vita. Non è forse vero che
la finalità della Massoneria è il raggiungimento della Libertà e della
Giustizia come perfezione umana che si conquista con un'evoluzione
di tutto l'uomo per tutto l'uomo, con l'ausilio della ragione, come
esame per l'interpretazione del suo passato, quale artefice del suo
avvenire? La Massoneria opera quindi sugli individui elevandoli ad
uno sempre più perfetta coscienza per il conseguimento della piena
libertà, e gli individui così forgiati opereranno individualmente
sulle istituzioni sospingendole verso forme più progredite e più umane.
La Massoneria deve essere pensiero che prepara l'azione, aiutata dal
codice eterno dell'amore, sorretto dall'uso costante della ragione,
e l'obiettivo dovrà essere quello di tendere a formare l'opinione
pubblica intorno alla soluzione dei vari problemi umani, studiando
e vigilando perché ne emergano per la discussione e l'approfondimento
quelle idee che conducono alla conquista della libertà e quindi alla
redenzione dell'umanità.
Dei "Cinque Punti della Fratellanza" il 2° intima: "Conosci te stesso"
ed in effetti non esiste libertà senza la previa conoscenza di se
stessi . Una volta, libero era colui che era affrancato da condizioni
ed imposizioni, che poteva cioè scegliere il suo destino e la sua
attività. Ora, il termine libero è rimasto per designare la libertà
del volere umano, e la condizione di chi abbia la consapevolezza della
propria libertà morale. Il senso della libertà, la coscienza della
libertà sono una dura conquista interiore. Essa significa ergersi
fino a considerare che l'individuo è titolare, almeno, di una serie
fondamentale di diritti; non di diritti che rappresentino manifestazione
di supremazia sugli altri, ma il diritto che non si attenti alla propria
integrità, fisica, morale o spirituale; il diritto che non si tenti
di plagiare il proprio intelletto; il diritto di esprimere le proprie
opinioni per confrontarle con gli altri; il diritto al pieno rispetto
della propria individualità e personalità; ma sopratutto il diritto
di ricercare la felicità, la verità e la saggezza seguendo proprie
vie, propri metodi e propri indirizzi. Sentirsi liberi significa poter
respingere ogni violenza, non solo fisica ma anche morale, quella
violenza che viene spesso esercitata con leggi sbagliate, la violenza
di chi pretende di imporci una determinata condotta o sistema di vita.
Dire che la libertà propria trova un limite nella libertà altrui non
e sufficiente, troppo spesso la libertà altrui si trasforma in licenza.
Sentirsi liberi, affermare la consapevolezza della propria libertà,
significa avere l'orgoglio della propria condizione di uomo.
Il
senso della libertà non rimane un fatto interno, ma si esprime necessariamente
all'esterno. L'uomo libero potrà così tendere alla propria edificazione
fondata in libertà e comprensione reciproca, considererà la condizione
di libertà come essenziale nelle relazioni tra gli individui. Il libero
volere che diventa consapevolezza di sé è capace di ulteriormente
svilupparsi in una realtà organica. Ma sopratutto l'uomo veramente
libero lotterà in ogni momento per difendere in sé e negli altri questa
condizione ed il suo sentire dovrà necessariamente tramutarsi in azione.
Sempre
negli obiettivi operativi del R.S.I. ci sembra indubbio verificare
come esso abbia mantenuto uno stretto collegamento con la vita della
Comunione impegnando i propri Maestri Architetti a collaborare col
Gr. O. d'I. a tutti i livelli nella conduzione della Libera Muratoria
e creando le situazioni più favorevoli per la qualificazione dell'intera
famiglia. In questa tensione il R.S.I. ha sempre dimostrato un ottica
di ampia angolazione con lo sguardo rivolto anche al mondo profano
e cercando con esso rapporti e collaborazione. Tra i suoi obiettivi
va perciò ricordato il favorire riunioni, patrocinare e promuovere
lo studio e la ricerca, organizzare e stimolare tavole rotonde, seminari
di studio e convegni. A dimostrazione di quanto questo compito all'interno
della Comunione Massonica Italiana sia arduo, e tuttavia estremamente
necessario, basti la triste constatazione che non esiste un solo testo
storico sulla Massoneria scritto da un massone italiano e che l'unica
breve ricerca sul R.S.I. del M. A. Umberto Zanni è dell'anno 1913,
ossia di oltre 70 anni fa.
Un
chiaro esempio di questa tensione ci viene dal Convegno PITAGORA 2000
interamente pensato e realizzato dal R.S.I., nel quale su 18 relatori
partecipanti, a fronte di 8 massoni, ben 10 erano personalità della
cultura del mondo profano e altrettanto commisto era il pubblico degli
ascoltatori presenti.
E'
questo un modo di vedere la Massoneria intesa non come contesto separato
del mondo reale, ma come parte cosciente di esso, depositaria attiva
di antichi principi ideali conservati per essere divisi con tutta
l'umanità. E molti nomi legati alla vita del R.S.I. ancora oggi sono
punti di riferimento per chi abbia preso conoscenza anche parziale
della storia delle Massoneria italiana: Pirro APORTI, Nunzio NASI,
Giuseppe MEONI, Arnolfo CIAMPOLINI, Ottorino MAGGIORE, Corrado MASTROCINQUE,
Renato PASSARDI, Roberto ASCARELLI, Mauro MUGNAI, Aldo SINIGAGLIA.
Nel loro ricordo lavoreremo compatti per realizzare l'ultimo, per
ora, obiettivo propostoci, di creare cioè un CENTRO LAICO INTERNAZIONALE
DI STUDI, che raccolga uomini al di sopra di singole credenze politiche
o religiose, per formarne altri degni di costituire altrettanti validi
punti di riferimento miranti al progresso dell'umanità, per salvare
la nostra società dall'oppressione, dall'ignoranza, dalla schiavitù.
Il motto:
l'Amore è Pace
la Libertà è Indipendenza
la Cultura è Forza
continuerà ad essere il tema dominante, la falsariga, di tutta l'opera
del RITO SIMBOLICO ITALIANO.
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NdC: La presente Tavola, risalente al 20 aprile
1985, di un Fratello Maestro Architetto anonimo del Rispettabilissimo
Collegio "Bononia" di Rito Simbolico Italiano, è stata recuperata
negli archivi del medesimo Collegio dal Fratello Maestro Architetto
Roberto Rinaldi ed elaborata informaticamente dal Fratello Maestro
Architetto Moreno Neri, entrambi, nell'anno 2002 E\V\,
Maestri Architetti del "Collegio Bononia", nel segno della continuità
operativa del R.S.I..