RITO SIMBOLICO ITALIANO 

STUDI DI SIMBOLOGIA


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IL LIBRO SACRO


Il libro è il simbolo della scienza e della saggezza, ma anche dell’universo e dei segreti divini che vengono confidati solo agli iniziati. Spesso il potere della conoscenza è rappresentato da un leone biblioforo, così come vediamo nell’emblema della Repubblica di Venezia.
Nella leggenda del Graal la coppa viene spesso identificata con un libro, con chiara allusione alla ricerca della Parola Perduta. René Guénon ne Il Simbolismo della Croce scrive: «L’universo è un immenso libro i cui caratteri all’inizio erano scritti con lo stesso inchiostro e trascritti sulla tavola eterna per mano stessa di Dio; questa la ragione per cui i fenomeni nascosti nel “segreto dei segreti” furono denominati Lettere trascendenti. E queste stesse lettere trascendenti, cioè tutte le creature dopo essere state virtualmente reinglobate nell’onniscienza divina, furono poi trasmesse dal soffio divino alle linee inferiori dove diedero vita all’universo manifestato».

Nella Massoneria italiana è denominato “Libro Sacro” o “Libro della Sacra Legge”, quello che si pone sull’ara, o altare dei giuramenti. Si tratta dello stesso “arredo” che nella Massoneria anglosassone è denominato come Volume of the sacred Law, spesso chiamato anche con l’abbreviazione VSL. È, assieme a Squadra e Compasso, una delle Tre Grandi Luci, sulle quali il candidato, chiamato a prestare la Promessa Solenne, stende la mano destra aperta. Gli archittettonici lavori della Libero-Muratoria non si aprono fino a che, dopo aver chiesto il MV al 1° Sorvegliante lo scopo per il quale ci riuniamo e ricevutane risposta con la formula rituale, quest’ultimo apre il Libro sovrapponendovi squadra e compasso. I lavori della Loggia, allo stesso modo, si chiudono soltanto quando il Libro della Legge Sacra è chiuso dal 1° Sorvegliante, sempre accompagnato dal Maestro delle Cerimonie. L’apertura del Libro della Legge, con le procedure rituali sommariamente sopra descritte è tra i Metodi di lavoro della Comunione Italiana cosi come sanciti dall’art. 5 del Regolamento del GOI.
Simbolo dell’antica sapienza è, per gran parte dei Massoni, di fatto la Bibbia, sintesi della spiritualità antica ma anche di quella ebraica e cristiana.
Il Libro Sacro aperto significa che noi dovremmo regolare la nostra condotta secondo i suoi insegnamenti, è la regola e guida del nostro comportamento, è un simbolo del riconoscimento dell’uomo del suo rapporto con la Divinità. La squadra può essere vista come un simbolo della moralità, della veridicità e dell’onestà. Il compasso può significare il dovere che ci compete, è un simbolo di limitazione, di abilità e conoscenza.
Il simbolismo di squadra è compasso è presente in molte sculture antiche ed illustrazioni. La squadra di un tagliapietre viene interpretata come raffigurazione della terra, mentre il compasso viene riferito all’arco del cielo. Così la loro unione rappresenterebbe l’unione di cielo e terra. Il Volume della Legge Sacra può rappresentare anche la comunicazione di Dio all’Uomo attraverso le sacre scritture e scritti ispirati. Il simbolo triplo può anche essere visto come rappresentante l’espressione della Divinità tramite la creazione di cielo e terra. Le Tre Gran Luci, questo simbolismo triplice, possono anche essere interpretate come la visione della natura umana diviso in tre parti - corpo, mente e anima. Allo stesso modo, le Tre Gran Luci sono le direttrici che guidano le tre nature: la Squadra il corpo, il Compasso la mente, ed il Volume della Legge Sacra l’anima. Ma qui mi fermo… come sapete l’interpretazione dei simboli è molteplice, anzi i tentativi di interpretazione personali sono auspicabili e degni di rispetto.
I più attenti avranno osservato che — Libro Sacro o Volume della Sacra Legge —, esso, innanzitutto, non viene denominato Bibbia e che si è detto che è quest’ultimo testo sacro, comprendente Vecchio e Nuovo Testamento, che viene utilizzato dalla maggior parte dei Liberi Muratori.
Infatti ogni popolo ha avuto ed ha tradizioni sacre spesso raccolte in un libro. Come i cristiani hanno la Bibbia, così gli ebrei hanno la Torah, gli indù i Veda, gli zoroastriani l’Avesta, i musulmani il Corano...
La Bibbia è dunque una parte indispensabile dell’“arredo” di una Loggia del mondo cristiano, soltanto e semplicemente perché è il libro sacro della religione cristiana. Tuttavia già nei paesi cristiani si notano delle differenze. La Bibbia utilizzata in Italia è già leggermente diversa a quella dei paesi anglosassoni, che utilizza la cosidetta King James Version, la versione autorizzata del re protestante Giacomo I del 1611. Minori differenze vi saranno tra una Loggia italiana e ad esempio una Loggia greca, la prima utilizza la cosidetta Vulgata (dichiarata autentica dal Concilio di Trento e poi modernizzata nel 1977 a seguito del Concilio Vaticano II), la seconda la cosiddetta “Bibbia dei Settanta” utilizzata dai primi Padri della Chiesa.
Credo sia interessante soddisfare in proposito alcune curiosità che può essere utile ricapitolare. La loro utilità va intesa nel senso che, trovandoci di fronte ad una società sempre più multietnica e multireligiosa, i costumi già adottati da tempo in altri paesi dalla Massoneria Universale, nella sua infinita saggezza, possono essere di guida nell’affrontare frangenti che sono meno lontani da quelli che ci paiono a prima vista apparire.
Prima di procedere nell’excursus, è opportuno considerare brevemente alcune delle caratteristiche del nostro Ordine che possono rendere più semplice la comprensione dell’uso di quello che noi Massoni chiamiamo Libro della Legge Sacra. La prima è la credenza in un Ente Supremo. Tale credenza è un requisito essenziale per entrare a far parte del nostro Ordine e, allo stesso tempo, i Massoni credono che ciascun individuo abbia la libertà di professare la propria fede. La seconda è che la Massoneria, come società iniziatica configuratasi storicamente nel 1717, accetta il libro delle sacre scritture che i Massoni Speculativi hanno adottato ereditandolo dalle Logge Operative e dal quale gran parte del nostro Rituale dipende a cominciare da quella che è la Leggenda centrale della Massoneria, quella di Hiram, che viene narrata nel 3° grado. In altri termini, la Massoneria come unica associazione iniziatica sopravvissuta nell’Occidente, è in larga parte radicata nel cristianesimo, anche se non solo come è evidente dai simboli presenti nel nostro Tempio (basti pensare, solo per fare qualche rapido esempio, alla menorah ebraica o candelabro a sette braccia, ai Minerva, Ercole e Venere “pagani” o “gentili”, all’egiziaco delta luminoso, ai segni zodiacali caldaici). Infine, in terzo luogo, un ruolo importante delle Sacre Scritture è quello di fornire un mezzo adeguato sul quale accettare e suggellare i nostri obblighi in modo che i candidati considerino tali promesse solenni e vincolanti. Ciò significa che la promessa del candidato deve venire sempre prestata sul libro sacro o libro della sua religione, da questi ritenuto più solenne e vincolante e perciò dovrebbe essere necessario che la Loggia sappia a quale religione appartiene il candidato. Non vi dovrebbe essere dunque altro interesse da parte della Loggia nei confronti della particolare religione del recipendiario. Dal punto di vista storico la cerimonia dell’Iniziazione è l’esperienza rituale centrale entro la nostra Istituzione e di gran lunga la più eminente il cui punto focale risiede nel solenne pronunciamento di una promessa. Per conferirle maggiore intensità si fece ricorso alla potenza evocatrice del Libro Sacro precisamente con lo stesso significato con cui ancora oggi i presidenti degli Stati Uniti conferiscono maggior vigore al loro giuramento stendendo la mano sulla Bibbia.

Tra l’altro e comunque la credenza in un Ente Supremo e l’uso di un “libro della legge sacra” — come sì è detto normalmente la Bibbia ma come vedremo è ammesso un altro libro sacro tradizionale per le Logge che operano in paesi diversi dall’Occidente cristiano —, sono tra gli elementi che fissano la “regolarità” di dottrina della Massoneria. È su questa base, che si afferma, deducendola dalla antiche Costituzioni di Anderson, anche se non mancano discussioni sulla loro interpretazione, dato che talune massonerie maggioritarie dei più importanti paesi latini (Francia, Spagna, America Latina) hanno perso a partire dal secolo scorso il riconoscimento della loro “regolarità” dalla Gran loggia Unita d’Inghilterra, essendo accusate di ammettere nelle loro fila atei e di non utilizzare la Bibbia, avendola rimossa dal Tempio. La presenza in Loggia del Libro Sacro è dunque garanzia delle istanze di sacralità, che sono connaturali alla Massoneria, a patto che si resti nei confini legittimi, cioè tra i paletti inamovibili dei Landmark, segnati dagli Antichi Doveri, dalle Costituzioni di Anderson e dai documenti analoghi ad essi fedeli, ossia di “quella religione nella quale tutti gli uomini sono concordi, lasciando piena libertà alle convinzioni personali di ognuno”. In obbedienza a queste prescrizioni, i Liberi Muratori “regolari” sono obbligati a professare la fede in Dio e nell’immortalità dell’anima.
Ma torniamo alla Massoneria “regolare”. Tenendo conto che Vecchio e Nuovo Testamento sono da considerarsi come volumi a sé stanti, sembra che allo stato attuale – nella Massoneria Speculativa o Moderna che si accinge a celebrare il suo terzo secolo di vita – vi siano non meno di sette soluzioni, anzi otto come vedremo, d’utilizzo del VSL o del LSL (se vogliamo italianizzare l’acrostico), presenti nelle Logge sparse in tutto il mondo, da Israele alla Nuova Zelanda, dal Marocco a Singapore. Possiamo così riassumerle:
1. La Bibbia (Vecchio Testamento) per gli Ebrei;
2. la Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento – nelle diverse versioni cattolica, ortodossa e protestante) per i cristiani;
3. Il Dhammapada (La via del Dharma) per la grande corrente buddista mahayana (o “grande veicolo”) presente in Cina, Corea e Giappone (l’altra corrente presente in India, Ceylon, Birmania e Cambogia, la hinayana, non riconosce un Essere Supremo);
4. La Gîtâ per gli hindù;
5. L’Adi Granth, noto anche come Guru Granth Sahib, per i sikh;
6. Il Corano per i musulmani;
7. Lo Zend Avesta per parsi e zoroastriani.
Ognuno di questi libri sacri fa riferimento a una Divinità Suprema.
In una Loggia israelita, ove il solo Vecchio Testamento o Bibbia ebraica, composta da 24 libri e suddivisa in tre sezioni: la Torah (o Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia ebraica), i Nevi’im (“Profeti”) e i Ketuvim (“Scritti”), è la scrittura sacra della comunità di maggioranza potrà dunque accadere che, accanto alla Bibbia ebraica, sia inoltre aperto un Nuovo Testamento se sono presenti in Loggia membri cristiani. Se sono presenti Fratelli musulmani sarà aperto anche il Corano. In entrambi i casi vi saranno collocati Squadra e Compasso.
In una Loggia di Singapore, nella cui Repubblica sono presenti vari gruppi religiosi, vi sono sempre tutti e sette i volumi sull’altare, di cui sei sono aperti. La Bibbia usata contiene entrambi i Testamenti ed è aperta soltanto sul Vecchio. Squadra e Compasso sono normalmente disposti sulla Bibbia, ma quando un candidato deve prestare promessa su un altro libro, un’altra Squadra e Compasso sono disposti su di esso. Il Corano è di regola tenuto chiuso fino al momento della ripetizione della promessa solenne e non deve essere toccato dalle mani nude di un non-musulmano. I Fratelli, quindi, oltre a portare i guanti com’è uso in Loggia, tengono il libro sacro dell’Islam solitamente coperto da un panno bianco.
Nelle Logge hindù vi sono in genere sei libri sacri sull’altare, di cui cinque aperti — la Bibbia infatti è aperta soltanto sul Vecchio Testamento, e poiché non vi sono Massoni buddisti in India, manca il Dammapada. Durante le Iniziazioni Squadra e Compasso sono disposti sul libro dove dev’essere prestata la Promessa da parte del Candidato, mentre negli altri lavori normali sono disposti sul libro della fede del Maestro Venerabile. Altre Logge dell’India tengono soltanto la Bibbia sull’ara, e vi mettono uno degli altri libri quando richiesto dalla promessa solenne. Del resto, questa visione dell’edificazione di un Tempio universale in cui si manifesta al meglio il Divino tra uomini, che, pur di fedi diverse — cattolici, anglicani, musulmani, hindù, sikh ed ebrei — fraternamente lavorano in Loggia fianco a fianco è raccontata da Rudyard Kipling nella suggestiva poesia Mother Lodge. La Loggia che egli rese celebre celebre con i suoi versi è quella a cui fu iniziato nel 1886, la L\“Hope and Perseverance” di Lahore nel Punjab indiano. Il futuro Premio Nobel per la letteratura fu iniziato da un M\V\ hindù, promosso Compagno da un Venerabile musulmano ed elevato al grado di Maestro da un Venerabile inglese.
Ci sono diverse varianti sul modo di prestare la Promessa Solenne, oltre a quello in ginocchio con la mano destra sulla Bibbia, Squadra e Compasso al quale siamo abituati. A Singapore, i musulmani si inginocchiano, ma hanno il Corano tenuto sulla testa. In Israele i Fratelli di fede ebrea ortodossa promettono in piedi con le loro mani sull’antico testamento e con il capo inchinato verso di esso. Dalla distruzione del tempio, infatti, gli ebrei non si inginocchiano, tranne che nel giorno dell’espiazione, lo Yom Kippur. I Fratelli ebrei, inoltre, tengono di solito il capo coperto con la piccola kippah quando sono in loggia, così come quando pregano in sinagoga dove non si presentano mai a testa nuda al cospetto del Signore, in segno di rispetto.
Il metodo della promessa inoltre varia da zona a zona. Alcuni cristiani, gli ebrei e alcuni musulmani suggellano la loro promessa baciando le sacre scritture. Altri fratelli toccano il Libro insieme con la mano e la fronte, altri si pongono innanzi al Libro Sacro a palme giunte di fronte al volto inchinandosi. Vi sono persino alcuni candidati buddisti che fanno bruciare una candela durante la loro promessa e considerano il loro voto vincolante solo quando alla fine si è estinta la fiamma.
Ma quel che è più interessante notare è che i tanti problemi, che possono risultare dalla riunione di Fratelli di così diverse fedi religiose, sono stati previsti e che sono state adottate tutte le procedure per promuovere la pace e l’armonia all’interno delle Logge e il bene della Massoneria in generale. Mentre altre sacre scritture possono essere introdotte in varie Logge quando il caso lo richiede, la vecchia bibbia effettua ancora la funzione tradizionale di Landmark, cioè di pietra miliare, del nostro Ordine che ha unito uomini di ogni paese, fede ed opinione, con la credenza fondamentale che sopra tutte le cose vi regna sempre un supremo ma unico Grande Architetto Dell’Universo.

Quel che stupisce è che ogni libro sacro parla all’uomo più che ad uno specifico popolo, fa godere di quella intelligenza che supera i limiti terrestri e contingenti. Il Libro Sacro dunque non va inteso esclusivamente come testo visibile ma come sapienza scritta oltre il tempo e lo spazio. È stato detto che il Libro sacro in Massoneria va inteso come simbolo del riconoscimento dell’esistenza dell’Essere Supremo e non come espressione di un credo religioso di ciascun Massone.
Ad esso, quale che sia il libro che viene esposto, possono attingere tutti gli iniziati. Il libro della Legge Sacra dice al Massone che il suo piano di lavoro è tracciato dall’alto e, se così non fosse, egli potrebbe correre il rischio di costruire un edificio effimero e traballante. Nel Salmo 127 (1-2) della Bibbia è scritto «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori». Nel Dhammapada sta scritto «Come il contadino incanala l'acqua, come il fabbro raddrizza le sue frecce, come il falegname lavora il legno, così il saggio lavora se stesso». Sono solo esempi.
Si cadrebbe tuttavia in un equivoco sostanziale se si ponesse in relazione il contenuto della rispettiva Scrittura sacra con il Simbolo che rappresenta. Si tratta di un simbolo che allude alla relazione tra Uomo e Divinità e non di un riferimento al contenuto del libro che di volta in volta è impiegato. Si può chiarire il senso riposto del rito massonico mediante un paragone: gli atti sacramentali della Chiesa hanno come obiettivo l’unione cioè il congiungimento con il Cristo. L’obiettivo del rito massonico è invece l’unione degli uomini tra loro. È dubbio che un avvenimento di questo tipo abbia carattere religioso. Irrazionale e misterioso comunque lo è !
Possiamo, a questo proposito, anche aggiungere alla descrizione delle sette varie soluzioni proposte nelle Logge sull’utilizzo del Libro Sacro, che vi sono Logge i cui componenti hanno fedi e credenze religiose miste in cui Esso è rappresentato da un libro non scritto (bianco) o edito in caratteri completamente scomposti e privi di senso: questo per consentire ad ognuno di leggervi quanto ritiene rappresentare il compendio superiore dei Sacri doveri e dei precetti da osservare. Il Libro Sacro identifica quindi la Luce che sovrasta ogni essere umano, non come autorità dogmatica, ma come espressione della fede in un ordinamento dell’intero Universo. Del resto rito significa etimologicamente ordine.
In questo senso non deve perciò menare scandalo, così come è accaduto in qualche Loggia, la lettura delle prime parole del Vangelo di San Giovanni all’apertura del Libro Sacro. Vogliamo qui sottolineare che all’apertura dei Lavori il Libro viene aperto dal Primo Sorvegliante come retaggio dell’antico Rituale Simbolico, che è quello perlopiù adottato nell’Europa continentale, mentre è aperto dall’ex Maestro Venerabile nel Rituale Emulation – nato in Inghilterra e molto praticato negli Stati Uniti (ma si tenga presente che circa venticinque Logge italiane - all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia – seguono il rituale Emulation) sempre alla prima pagina del Vangelo di Giovanni. Vi si sovrappongono poi il compasso, con le punte dirette verso Occidente nel Rituale moderno e verso Oriente nel Rituale Emulation, e la squadra, disposti a seconda del Grado in cui si svolgono i Lavori. In molte Logge vengono lette ad alta voce dall’ex Maestro Venerabile (Rito Emulation) o dal Primo Sorvegliante (Rito Simbolico) le sue prime parole: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il verbo era Dio.” Il riferimento è dunque a quel processo di “messa in ordine”, continuamente riattualizzato dall’operare dell’iniziato, che ha portato alla manifestazione cosmica a partire dal principio supremo, che noi chiamiamo GADU. Guénon ricorda che “come è espresso nei libri indù noi dobbiamo costruire, come i deva [cioè le divivinità] fecero all’Inizio”. Del resto, questo è uno dei significati dell’apertura del Libro sacro in corrispondenza del Prologo del Vangelo di S. Giovanni, dove le prime battute ricordano l’atto di manifestazione dell’Universo ad opera del Verbo. Il richiamo a questo simbolismo condiziona non solo il carattere necessariamente rituale dell’operare, ma sottolinea ulteriormente come si tratti per l’iniziato di riprodurre costantemente in Terra l’Ordine Cosmico
Emblema massonico della spiritualità più elevata, a cui il Libero Muratore si ispira nell’impegno assunto di operare eternamente a sgombrare l’Ordine dal Caos, intende dunque unicamente rappresentare il principio del Sacro, cui è intimamente legato ogni essere umano.
Quanto tale afflato universalistico permei l’Iniziato e quale vocazione al Sacro lo contrassegni, nella sua più ampia liberta d’espressione anche nel mondo profano, può essere dimostrato da qualche esempio. Restando in ambito italiano Massoni furono il pioniere dell’islamistica Michele Amari (1806-1889), il primo traduttore in italiano nel 1927 del Tao-teh-ching (libro sacro del Taoismo), Alberto Castellani, il traduttore del Vendidad (parte dell’Avesta zoroastriano), Francesco Adolfo Cannizzaro e lo storico delle religioni Raffaele Pettazzoni (1883-1959). In molte parti del mondo, poi, le Logge allestiscono – direttamente o appoggiandosi a circoli culturali, università popolari, ecc. – conferenze e dibattiti sui vari sentieri del Sacro.
A un giovane che scriveva qualche giorno fa ad un nostro carissimo Fratello chiedendogli “Che vantaggio ha chi entra nella massoneria al giorno d’oggi?” il nostro Fratello ha così risposto: “ Chi entra in Massoneria oggi si procura indubbiamente un grandissimo vantaggio: quello di imparare a pensare ed a esprimersi liberamente, al di fuori da ogni possibile schema precostituito e senza tema di ripercussione alcuna. Una tale situazione – senz’altro ottimale per la realizzazione dell’Individuo nella sua completezza - purtroppo non trova una analoga corrispondenza nella cosiddetta vita profana. E questo, oltretutto, può in parte spiegare il motivo per cui la Massoneria è stata ed è a tutt’oggi così fortemente avversata e volutamente fraintesa da chi costruisce — nella coercizione ideologica — la base del proprio potere.

Conclusioni

Nell’affrontare il tema proposto, si sarà compreso che il Libro della Legge sacra (solitamente la Bibbia), che sta con la Squadra e il Compasso, è un simbolo d’ordine iniziatico e simbolizza la luce verso la quale tende la ricerca spirituale e insieme efficacemente operativa del Frammassone. Volevo lasciare per ultima l’interpretazione alchemica, così brillantemente riassunta da Fulcanelli ne Il Mistero delle Cattedrali, lasciandola alla riflessione di tutti i Fratelli, me compreso. Afferma il misterioso Grande Iniziato:
“… vediamo la materia prima dell’Opera espressa simbolicamente da un libro ora aperto, ora chiuso, secondo ch’essa sia stata lavorata o sia appena estratta dalla miniera. Talvolta, quando questo libro è raffigurato chiuso, indicando cosi la sostanza minerale grezza, — non è raro vederlo anche sigillato da sette bande; sono il segno delle sette operazioni successive che permettono di aprirlo poiché ciascuna di esse spezza uno dei sigilli di chiusura. Tale è il Gran Libro della Natura, che racchiude, nelle sue pagine, la rivelazione delle scienze profane e quella dei misteri sacri. È un libro dallo stile semplice, di facile lettura, a condizione, però, che si sappia dove trovarlo, — cosa assai difficile, — e che, soprattutto, lo si sappia aprire, — cosa che è ancora più laboriosa.”

Moreno Neri


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