
|
Filosofo. Prete cattolico agli
inizi e alla fine della sua vita, fu un libero pensatore razionalista,
giornalista e docente di storia della filosofia.
Cristoforo Bonavino, più noto collo
pseudonimo letterario di Ausonio Franchi nacque a Pegli, in provincia
di Genova, il 27 febbraio 1821. Figlio di un tessitore, Giambattista Bonavino,
e di sua moglie Caterina, nata Traverso, interrotte le scuole per un periodo
di lavoro con il padre, studiò nei Seminari di Genova (1837) e di Bobbio
(1840). A Bobbio si legò al vescovo Antonio Gianelli, fondatore della
"Congregazione S. Alfonso de' Liguori" che lo destinò all'istruzione clericale.
Voleva farsi gesuita, ma essendosi
opposto il padre, al termine degli studi si contentò di farsi prete ed
ebbe gli ordini sacri, col nome di Don Giuseppe, a Bobbio il 1° dicembre
del 1843. Nel frattempo l'incontro con il sistema morale del probabilismo
di Sant'Alfonso de' Liguori finì per porlo in conflitto con Gianelli.
Poco dopo la sua ordinazione, aprì
a Genova un collegio privato e fu, dopo la Costituzione, nominato custode,
ossia rettore del Collegio Nazionale di Genova, istituto d'istruzione
secondaria, ma si dimise prima che esso si aprisse. Ben presto studiò
le dottrine del positivismo francese e del criticismo tedesco che fecero
sorgere dubbi nel suo animo, seguiti da una lotta interna che descrisse
nella sua opera sulla filosofia delle scuole italiane. Nello stesso tempo,
eventi politici importanti maturavano in Italia, culminando nella rivoluzione
del 1848. Dunque nel periodo tra il 1845 e il 1848 in cui cercò di dedicarsi
all'insegnamento, compilò piccoli scritti contro i gesuiti e a sostegno
del filosofo nazionale Vincenzo Gioberti (1801-1852) che finirono per
renderlo sempre più distante dall'insegnamento religioso. Quando nel 1849,
colpito dal pensiero socialista di Victor Meunier, anche se in forma anonima,
ne traduce lo scritto Jesus Christ devant les conseils de guerre, verrà
sospeso a divinis.
Traviato, come più tardi dirà di
sé, dalla passione politica e da un genere di passione filosofica, nel
1849 gettò alle ortiche l'abito talare e abbandonò l'ufficio ecclesiatico,
divenendo, nel nostro paese, un fiero sostenitore del razionalismo. Prese
il nome di Ausonio Franchi, cioè italiano libero, a voler indicare una
totale rottura col suo passato e le sue nuove aspirazioni. Da allora tutti
i suoi talenti furono consacrati alla causa della libertà intellettuale
e politica, dedicandosi ad una vivace attività politica e filosofico-letteraria.
Il suo programma, sintetizzato nello pseudonimo scelto, si concretizzerà
nel tempo in idee democratico-socialiste, quali l'emancipazione della
donna e l'uguaglianza dei diritti sociali. Testimonianza dell'attenzione
alle rivendicazioni femministe sono i ringraziamenti di Jenny Poinsard
d'Hericourt (1809-1875) contenuti nel suo Woman's Philosophy of Woman;
or Woman Affranchised : an Answer to Michelet, Proudhon, Girardin, Legouve,
Comte, and Other Modern Innovators (Carelton, New York, 1864, - originale
francese La femme affranchie, Bruxelles, 1860 -, rist. Hyperion
Press Inc, Westport - Connecticut, 1993; trad it. Socialismo e femminismo
nella Francia del XIX secolo, Ecig, Genova, 1988): "Thanks first to
you, Ausonio Franchi, the representative of Critical Philosophy in Italy,
a man as eminent for the profundity of your ideas as for the impartiality
and elevation of your character and who so generously and so long lent
the columns of your Ragione to my first labors".
L'autorità dogmatica della Chiesa
e l'autorità dispotica dello Stato furono oggetti dei suoi incessanti
attacchi. Unendo il fenomenismo di Kant al positivismo di Comte, abbracciò
un pensiero relativista e agnostico. Per lui, fede religiosa e ragione,
cattolicesimo e libertà, sono inconciliabili e Franchi non esitò nella
sua scelta. Nel 1853 La religione del secolo XIX, libro in cui
sottolinea il contrasto insanabile tra cattolicesimo e moderne aspirazioni
alla libertà nelle quali scorge la vera "religione", verrà messo all'Indice.
Nel 1854 fu a Torino per breve
tempo redattore del Diritto, ma presto, nel medesimo anno, fondò
e diresse La Ragione, bisettimanale che poi nel 1857 divenne settimanale.
Il periodico religioso, politico e sociale fu lo strumento di propagazione
delle sue idee.Da una lettera di Cavour a Villamarina (Luigi Chiala, Lettere
edite e inedite di Camillo Cavour, vol VI 1856-1861, p. 133) risulta che
la Ragione fu l'unico giornale italiano che non stigmatizzò l'atto
di Orsini e Ausonio Franchi, autore dell'articolo sull'attentato di Orsini
e il suo giornale, che, sempre secondo Cavour, non aveva né lettori nè
abbonati, furono oggetto di una dichiarazione di protesta comparsa sulla
Gazzetta Ufficiale. Per altro Felice Orsini dopo la sua pubblicazione
nel 1857 a Edinburgo del suo resoconto delle sue esperienze di prigionia
dal titolo Memoirs and Adventures of Felice Orsini written by himself,
che condusse alla sua rottura con Mazzini, aveva condotto trattative con
Ausonio Franchi, affinché il giornale La Ragione diventasse l'organo
dei veri repubblicani. E, infatti, poco dopo, la 4a edizione delle Memorie
politiche di Felice Orsini veniva pubblicata a Torino (De Giorgi,
1858) con un'Appendice di Ausonio Franchi. Nel 1857 intanto Ausonio
Franchi polemizzava con Mazzini (A Giuseppe Mazzini, Steffenoni
e Camandona, Torino, 1857).
Nel 1859 a Nizza dirigeva in francese
la Terre promise e, finita la guerra si trasferì a Milano, ove
fu redattore del giornale Gente latina, diretto da Ezio Castoldi.
Era oramai del tutto cavouriano.
Dall'allora ministro della pubblica istruzione Terenzio Mamiani - che
egli aveva combattuto in quella introduzione alla Filosofia delle scuole
italiane (1852), in cui aveva giustificato la sua conversione al razionalismo
e opera che nel 1854 sarà messa all'Indice dei libri probiti dalla Chiesa
come altri suoi scritti agnostici, razionalisti ed evoluzionisti, fu nominato
nel 1860 professore nell'Università di Pavia. Da essa nel 1863 passò all'Accademia
scientifico-letteraria, ossia l'Università, di Milano, sempre come professore
di storia della filosofia, ove rimase fino al 1888.
Nello stesso periodo fu attivissimo
come Massone. Fu membro della Loggia "Insubria" di Rito Italiano o Simbolico,
che con altre, di numero minore rispetto alle prevalenti di Rito Scozzese,
si strinsero intorno alla Loggia madre torinese Ausonia e si organizzarono
all'obbedienza di un Gran Consiglio Simbolico sorto da un'Assemblea
tenuta a Milano (1-5 luglio 1864). Fu inoltre membro onorario della Loggia
"Azione e Fede" di Rito Simbolico, sedente all'Otriente di Pisa.
Il Gran Consiglio Simbolico
per vario tempo visse avendo sede prima a Torino e poi a Milano e con
la presidenza di Ausonio Franchi, finché non pensò di fondersi nel Grande
Oriente Italiano nel 1868 con un atto firmato per il Gran Consiglio tra
gli altri dallo stesso Fratello Ausonio Franchi, che fu strenuo e auterevole
propugnatore della fusione nel nuovo Grande Oriente.
Morto Giuseppe La Farina (1813-1863),
egli ne raccolse e pubblicò nel 1869 a Milano in due volumi l'epistolario
e nel 1870 gli Scritti politici. L'epistolario suscitò le ire dei
repubblicani, in particolare a proposito dell'espulsione di La Farina
da Palermo nel giugno 1860. Agostino Bertani si difese pubblicando le
Ire politiche di oltre tomba (Milano, 1869). Le polemiche si allargarono
e vi entrarono Stefano Türr, Francesco Crispi e altri. Bonavino fu querelato
e pubblicò appunto il suo Discorso alla Corte di Appello di Milano
in occasione della causa per la pubblicazione dell'epistolario La Farina
(Milano, Salvi, 1870). Bonavino scrisse ancora di politica nel 1871 stampando
l'opera La caduta del principato ecclesiastico e la restaurazione dell'impero
germanico (Treves, Milano, 1871).
Tra il 1872 e il 1889 non pubblicò
alcuna opera. Un nuovo cambiamento stava avvenendo in lui, dovuto, dirà
in seguito la critica cattolica, non già alla passione, ma alla riflessione
più matura del professore. Già i suoi scritti immediatamente successivi
al 1870 mostrano una fase dottrinaria più calma e pacata. Già l'autorevole
Fratello Ausonio Franchi, ricorda Aldo A. Mola nella sua Storia della
Massoneria italiana (Bompiani, Milano, 1992), di fronte agli aspetti
più effimeri e scalmanati dell'anticlericalismo, aveva finito per mettere
"la sordina alla campagna antivaticanesca", prendendo posizione contro
il materialismo, assai più negativo, evidenziava Franchi, dello "spiritualismo
teologico, [ che ] ragguaglia l'uomo a un bruto, anzi a un automa
o a una macchina". I suoi studi dalla filosofia si estesero anche
al campo pedagogico. L'autonomia e dignità della ragione umana fu messa
a confronto con la forza morale e religiosa originata da una fede non
dogmatica e primitiva che, secondo la sua opinione, era stata depravata
dalla teologia ufficiale e da una chiesa basata sul potere. Il rinnovato
avvicinamento a questa chiesa mostra una svolta decisiva nella biografia
di Bonavino e diventa visibile nell'interesse verso la dottrina dell'Aquinate
dal 1878, su cui 10 anni dopo pubblicherà un libro in cui sottopone le
sue precedenti posizioni filosofiche ad una minuziosa confutazione sulla
base dei concetti tomistici. La conciliazione ufficiale con la chiesa
sfocerà nella sua ultima grande opera, di oltre 1.500 pagine. Infatti,
nel 1889 ripudiò le sue dottrine razionaliste, pubblicando l'Ultima
critica, e ritornò sacerdote. Nel suo ultimo lavoro annuncia il suo
ritorno alla chiesa, critica le sue opere e argomentazioni precedenti
e denuncia le opinioni e i princìpi dei suoi primi scritti. Rinnegati
formalmente i suoi precedenti errori, da Milano tornò a Genova, dove trascose
i suoi ultimi anni nel convento carmelitano di Sant'Anna, celebrandovi
nel 1892 la messa pasquale dopo 40 anni. Morì a Genova, tornato sacerdote
e munito dei conforti religiosi, il 12 settembre 1895.
Espunto il suo nome, quasi per
una damnatio memoriae, da Giordano Gamberini in Mille volti
di Massoni (Erasmo, Roma, 1975), Bonavino, ch fu per anni nei programmi
ministeriali di filosofia dei Licei Classici, è oggidì un autore italiano
che i più, anche tra gli insegnanti, difficilmente conoscono. Non lo si
cerchi neppure nella "Garzantina" di Filosofia: non c'è.
L'ex Gran Maestro del GOI Gamberini
forse dimenticò la frase semel abbas, semper abbas, evocata in
Massoneria, quando si vuole ricordare l'indelebilità dell'iniziazione.
La morte di don Giuseppe Bonavino, pecorella temporaneamente smarrita
ma rientrata per tempo nell'ovile, avvenuta 8 giorni prima di un XX settembre
celebrato con fasto massonico e folcloriche feste e con l'inaugurazione
del monumento a Garibaldi di Emilio Gallori, ricorda Mola (Op. cit., n.
27 p. 244-5) fu "di sprone a quanti, dalla 'vittoria della fede' di cui
Bonavino era illustre esempio, si sarebbero sentiti incoraggiati a condurre
la campagna d'opinione per far dichiarare festivo il 19 marzo, san Giuseppe,
da contrapporre alla ricorrenza di Porta Pia".
Di breve durata fu il ricordo
della Chiesa. Ma ancor oggi chi si recherà sul fronte di via Montebello
14, nella zona di Porta Nuova, a Milano, rinverrà una lapide con un bassorilievo
che lo ritrae (è l'immagine qui di fianco). Il suo testo è il seguente:
APOSTATA COL NOME DI AUSONIO
FRANCHI
INSEGNÒ NEGLI ATENEI DI PAVIA
E DI MILANO
RITORNATO ALLA FEDE
ERESSE NELL'ULTIMA CRITICA
IMPERITURO MONUMENTO ALLA FILOSOFIA CRISTIANA
AMICI E AMMIRATORI
PER INIZIATIVA DEL GIORNALE
NEL PRIMO ANNIVERSARIO
DELLA MORTE
SETTEMBRE 1896
Infine, Achille Ratti, il futuro
Pio XI, allora prefetto della Biblioteca Ambrosiana nel 1907 ottenne per
la Biblioteca milanese l'eredità della biblioteca di Ausonio Franchi.
Ma il tempo è galantuomo, e non
c'è Massone, tantomeno un Massone di Rito Simbolico, che non veda come
al primo posto vi sia in ogni uomo la libertà di ricerca. Tale fu la vita
di Cristoforo Bonavino/Ausonio Franchi/Don Giuseppe Bonavino. E stemperata
l'animosità di chi vuole vincitori e vinti, sia la Chiesa o sia una Massoneria
malintesa, potremo dire che la sua biografia fu lo specchio vivo dell'inquietudine
politica e spirituale in Italia al tempo del Risorgimento e che la sua
critica alla Chiesa, nella fase razionalista, sotto l'aspetto filosofico,
culturale e sociale fu esemplare di una tendenza spirituale più ampia
entro il cattolicesimo di allora e che pochi decenni più tardi sarebbe
sfociata nuovamente, e con maggior forza, nella crisi del modernismo.
Al contrario la sua figura dovrebbe
essere motivo in più di riflessione sulla compatibilità o meno tra professione
cattolica e frequentazione dei Templi Massonici e se davvero l'esaltazione
dell'apostasia prevale sulla comprensione della possibilità di una duplice
lealtà, esoterica ed essoterica. L'apostasia del pur mite Ausonio Franchi
trovava risposta nella sospensione a divinis, nella messa all'Indice
dei suoi libri, in attesa di tormentate resipiscenze. Se quella della
compatibilità tra cattolicesimo e Massoneria è uno stretto sentiero, l'angustia
del viottolo non è certo opera della seconda.
Le sue opere - le principali, già
citate in precedenza -sono col nome di Cristoforo Bonavino Risposta
al M.R.D. Frassinetto (Italia, 1846); Autentiche prove contro i
gesuiti moderni, loro affigliati ed il celebre dialettico M.R. Frassinetto
(Italia, 1846); Sulla storia sacra per le elementari (Genova, 1846);
Se l'esempio e l'autorità degli antichi provi nulla contro il nuovo
metodo delle scuole (Genova, 1847); Analisi della grammatica latina
di G. F. Muratori (Genova 1849); Elementi di Grammatica generale
applicati alle due lingue italiana e latina (Genova, 1848-49); mentre
sotto il nome di Ausonio Franchi scrisse La Filosofia delle scuole
italiane : lettere al professore G. M. Bertini (Capolago, 1852); I
nuovi auspizi all'Italia e Le confessioni (Genova 1852); Appendice
alla Filosofia delle scuole italiane (Genova, 1853); [anonimo] Simbolo
politico, sociale e religioso della democrazia (Lugano 1853); La
religione del secolo XIX (Losanna, 1853); [con lo pseudonimo Reinter
de Liessol] Études sur la biographie evangelique (Londra, 1854);
Studi filosofici e religiosi: Del Sentimento (Torino, 1854); Il
Razionalismo del Popolo (Ginevra, 1856); A G. Mazzini. Replica
di Ausonio Franchi (Torino, 1857); Prolusione al corso di storia
della filosofia letta il 19 dicembre 1860 (Milano 1861); Studi
filosofici : Bacone, Descartes, Spinoza, Malebranche, estr. da "Rivista
Contemporanea", aprile 1861; Prolusione al corso di Filosofia della
storia nell'Università di Pavia (Milano, 1862); Letture sulla Storia
della Filosofia moderna; Bacone, Descartes, Spinoza, Malebranche (Milano,
1863); Discorso letto alla R. Loggia Insubria, nella tenuta del 30
maggio 1864 (1864); Prolusione al Corso di Filosofia nell'Accademia
scientifico-letteraria di Milano, letta il 22 novembre 1864 (Milano,
1864); Nuovi elementi di grammatica generale applicati alla lingua
italiana (Milano, 1865); Della probabilità di una restaurazione
degli studi filosofici in Italia (Torino, 1866); Discorso di Ausonio
Franchi alla Corte d'Appello di Milano nella causa per la publicazione
dell'Epistolario di Giuseppe La Farina (Milano, 1870); Su la teorica
del giudizio : lettere a Nicola Mameli (Milano, 1870); La Caduta
del Principato Ecclesiastico e la Restaurazione dell' Impero Germanico
: lettura tenuta alla Società Patriotica di Milano il 14 aprile 1871
(Milano, 1871); Saggi di critica e polemica (Milano, 1871-72).
San Tommaso d'Aquino e la sua filosofia (Genova 1888); Ultima
Critica, 3 voll. (Milano, 1889-93); Il papa : Ricordo del giubileo
episcopale di Leone XIII (San Pier d'Arena, 1893).
Postumi furono Lezioni di pedagogia,
con prefazione, note ed appendice del sac. Carlo Decani (Siena 1898)
e di lui riconvertito la Civiltà Cattolica (anno 1895, sec XVI,
vol. IV, p. 529) pubblicò lettere dirette al suo ex maestro, Monsignor
Magnasco, arcivescovo di Genova, ristampate in seguito nel volume Lettere
intime (Belluno, 1900).
Bonavino pubblicò inoltre, come
si è già detto, Appendice alle Memorie politiche di Felice Orsini
(Torino, 1858) e Memorie politiche di Felice Orsini scritte da lui
medesimo e dedicate alla gioventù italiana/ con un'appendice per Ausonio
Franchi (Lugano 1860); Epistolario di Giuseppe La Farina, a
cura di A. Franchi, 2 voll. (Milano, 1869) e Scritti politici di Giuseppe
La Farina, raccolti e pubblicati da Ausonio Franchi (Milano, 1870).
Va infine ricordato il Compendio della storia del cristianesimo da
Gesu Cristo fino ai nostri giorni / di Louis Joseph Antoine De Potter;
tradotto da Ausonio Franchi (2 voll., V. Steffenone, Camandona e C.,
Torino, 1856-58).
Di fonte ad una cancellazione deliberata
della sua persona e dei suoi scritti - tutti quelli razionalisti dalla
Chiesa che li aveva messi all'indice, dalla Massoneria del GOI che lo
cita qua e là come il Fratello Ausonio Franchi, ma stende un oblio pressochè
totale sulla sua ultima conversione o seconda apostasia - occorre un'opera
di risarcimento. Il controllo della memoria è un'arma e una posta decisiva
della lotta tra le "chiese", tra tutte le chiese, e non è perciò degno
della Massoneria che tale non è.
È stato lucidamente detto che "rendere
vivo ciò che è morto e scomparso, vincere col tempo la lotta per strappargli
le sue vittime - ce lo hanno insegnato i maestri dell'Ottocento romantico,
da Manzoni a Michelet - è quel che fa sentire allo storico la sua posizione
liminare tra morti e vivi come una missione eroica piuttosto che un esercizio
pacifico dell'erudizione". Non sarà dunque un compito inutile dare, ad
altri che verranno, la possibilità di un incontro con ciò che è stato
e che parrebbe abraso, ma è solamente coperto dalla polvere del tempo
e degli uomini. Dar la composizione minuta di chi di Ausonio Franchi si
occupò e si è occupato non è dunque un arido elenco bibliografico, bensì
opportunità per chi domani, sentinella erede dei cancellati dalla storia
visibile, di scoprirne il permanere delle tracce e si sorprenderà nel
riesumare una figura che non ebbe un posto secondario nella storia del
pensiero, in quella della Massoneria Italiana e della Chiesa Cattolica.
Si confrontino dunque, oltre alle
sue opere in precedenza citate, i giornali il Secolo e il Corriere
della Sera del settembre 1895 e l'Annuario della Accademia scientifica
letteraria, 1895-6, contenenti sue commemorazioni; De Gubernatis,
nel Dizionario degli scrittori, alla voce sotto il suo nome, ed
il buon articolo dell'Hennequin nell'Enciclopedia Larousse, che
rinvia pure a Daniel Stern, Florence et Turin: La libre pensée en Italie,
ppp. 182-218, Paris, 1862. Sul Bonavino filosofo cfr. Giovanni Gentile
nella Critica, vol I, 1903, pp. 265 e sgg. ove il Bonavino è iscritto
fra gli scettici. Una possibile e non esauriente bibliografia sul
nostro in ordine cronologico è poi la seguente: Felice Calvi, La filosofia
contemporanea e le lezioni di Ausonio Franchi (Tip. Bernardoni di C. Rebeschin,
Milano, 1887); Andrea Cappellazzi, L'ultima critica di Ausonio Franchi,
brevemente esposta ed esaminata, I-III (Tip. Ercole Rolleri, Crema, 1889-93);
Saverio Francesco De Dominicis, La seconda apostasia di Ausonio Franchi
(tip. Cattaneo, Bergamo, 1890); Baldassarre Galletti, Critica dell'ultima
critica del Prete Cristoforo Bonavino, gia Ausonio Franchi (Tip. G. Spinnato,
Palermo, 1890); Pio Gotran, Due del 48 : [Ernest Renan ed Ausonio Franchi]:
saggio critico filosofico (Tip. V. Ceccherini e C., Firenze, 1891); Michael
Glossner, Besprechung zu A. Franchi, Ultima Critica, (vol. 2/3: Jahrbuch
für Philos. und spekulat. Theologie 7 ,1893, pp. 107-113; 10 ,1896, pp.
129-135; Giuseppe Ballerini, Ausonio Franchi (estr. Rivista internazionale
di scienze sociali, III, vol. IX, 1895, pp. 314-319); A. Barberis, Nachruf
auf Ausonio Franchi (Divus Thomas (P.) Ser. I, Vol. 5, 1896) ; E. De Marinis,
A proposito di Ausonio Franchi: Le Apostasie e la Nuova Filosofia (Napoli,
1896); P. Romano, Ausonio Franchi (Savona 1896); Angelo Angelini, Ausonio
Franchi: Conferenze tenute nel Circolo romano di studi S. Sebastiano il
21 e 23 gennaio 1897 (Ermanno Loescher e C. Edit., Roma, 1897); Attilio
Stefini, L'educatore secondo la mente di Ausonio Franchi: appunti presi
alle sue lezioni di pedagogia (Libreria G. Palma, Milano, 1897); A. Bianchi,
Bibliothecae C. Bonavini olim Ausonii Franchi opera et volumina descripta
(Mediolani 1898); Filippo Meda, Profili e schizzi (Bacchini, Milano, 1900,
pp. 73-82); Attilio Stefini, San Tommaso : Note prese alle lezioni di
Ausonio Franchi (Istituto italiano d'arti grafiche, Bergamo, 1900); Giuseppe
Bozzetti, Rosmini nell'Ultima Critica di Ausonio Franchi: Studio storico-critico
(Giannini, Firenze, 1918); Ottavio Marchetti, Un grande convertito di
Maria SS.: Ausonio Franchi (s.e., Roma, 1921?); Angelo Portaluppi, Ausonio
Franchi (Pro Familia, Milano, 1922); Arturo Colletti, Ausonio Franchi
e i suoi tempi (Torino-Roma, 1925); Filippo Meda, Universitari cattolici
italiani (Vita e Pensiero, Milano, 1928, pp. 81-112); G. Manacorda, Cristoforo
Bonavino: Dizionario del Risorgimento Nazionale (vol. 2: Le persone A-D,
Vallardi, Milano, 1930, pp 349-350); Vincenzo Suraci, Ausonio Franchi:
filosofo e pedagogista. 1: L'apostasia (Albrighi, Segati e C., Roma, 1936);
Mario Battistini, Le relazioni d'Ausonio Franchi col belga Luigi de Potter
(L. Cappelli, Rocca S. Casciano, 1936); Vincenzo Suraci, Ausonio Franchi:
La pedagogia pagine scelte (Cedam, Padova, 1940); Giulio Alliney, I pensatori
della seconda metà del secolo XIX (F.lli Bocca, Milano 1942); F. Tinivello,
Ausonio Franchi: Enciclopedia cattolica, (vol. 5, G. C. Sansoni, Firenze,
1950, p. 1622).; Giuseppe Toniolo, I doveri degli studiosi cattolici:
A proposito di una commemorazione di Ausonio Franchi (Ders., Scritti spirituali,
religiosi, famigliari e vari, Città del Vaticano, 1952, I, pp. 292-313);
Anna Maria Cappelli, Ausonio Franchi: [Cristoforo Bonavino]: dall'apostasia
alla fede cattolica / prefazione di Gesualdo Nosengo (Ed. Uciim, Unione
Cattolica Italiana Insegnanti Medi, Roma, 1957);Carlo G. Lacaita, Carlo
Cattaneo, Ausonio Franchi e il socialismo risorgimentale (Rivista storica
del socialismo, Milano, 1963); L. M. Sansevero, Il problema di dio in
Ausonio Franchi. Dall'apostasia alla conversione (Diss. P.U.G., Roma,
1964); Maria Fubini Leuzzi, Cristoforo Bonavino (estr. da Dizionario biografico
degli Italiani, Roma 1969, vol. VII, pp. 649-653); Luigi Bulferetti, Socialismo
risorgimentale (Einaudi, Torino, 1949, rist. 1975); Pietro Rino Ravecca,
Cristoforo Bonavino nel centenario della conversione, a cura della Congregazione
Missionari Urbani e Rurali (Genova, 1986); Luciana Garibbo, Democrazia,
rappresentanza e teoria della socialità in Ausonio Franchi (in "Democrazia
e associazionismo del XIX secolo", a cura di Fabrizio Bracco, Centro editoriale
toscano, Firenze, 1990, pp. 97-129); Rita Casati, Il pensiero politico
di Ausonio Franchi (Cristoforo Bonavino 1821-1895) - rel. E. A. Albertoni
(Tesi datt, Università degli studi, Milano, 1993); Cristoforo Bonavino
prete genovese, filosofo, apostata, penitente, apologeta, nel centenario
della morte (1895-1995), a cura della Confraternità di S. Giovanni Battista
dei Genovesi in Roma (Quaderni del Chiostro 14, Roma, 1995); Guido Verucci,
L'Italia laica prima e dopo l'Unità 1848-1876: anticlericalismo, libero
pensiero e ateismo nella societa italiana (Laterza, Roma-Bari, 1981, rist.
1996); Fiorenza Taricone, Ausonio Franchi : Democrazia e libero pensiero
nel XIX secolo (Name, Genova 2000) .
|